La Corte di Cassazione del tribunale di Roma ha respinto la richiesta da parte della Corte di Appello di Messina, confermando la colpevolezza di Antonino Speziale, riguardo al caso di omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, nel corso del derby Catania-Palermo, accaduto il 2 Febbraio 2007. Su Speziale pende anche una condanna per droga.
La sua vicenda ha incontrato il sostegno di alcuni gruppi ultrà, tra cui alcuni napoletani, che hanno difeso il ragazzo. Come non dimenticare la maglietta Indossata dal tifoso Gennaro De Tommaso, nel match di coppa Italia Fiorentina-Napoli, quando venne ferito il tifoso Napoletano Ciro Esposito, che mori’ durante il trasporto in ospedale.
Gennaro De Tommaso soprannominato negli ambienti ultrà napoletani Genny A’ Carogna, secondo investigazioni, sarebbe il figlio del noto boss Ciro De Tommaso, appartenente al clan della camorra del Rione Dei Misso. Già pregiudicato con diversi reati fra cui arresto per droga, e provvedimento DASPO, Genny ha il totale controllo dell’intera curva napoletana.
Il sostegno ad Antonino Speziale è arrivato pure sul terreno di gioco, da parte di un calciatore del Nuovo Cosenza, proveniente da un quartiere difficile di Catania, San Cristoforo. L’attaccante dopo aver segnato durante una partita, ha mostrato la maglia in segno di esultanza con la scritta “Speziale libero”, provocando notevoli reazioni di indignazione.
Attorno a questa vicenda non sono mancate le reazioni della moglie dello stesso Raciti e della Boldrini.
Il legale di Antonino Speziale, l’avvocato Giuseppe Lipera, dichiara di prendere atto della Corte Di Cassazione di Roma, ma di andare avanti nella difesa ad oltranza del suo assistito, attraverso situazioni di testimonianza da parte di persone e di testimoni oculari ed anzi invita ad intervenire nella vicenda chiunque abbia visto o sappia qualcosa.
Certo è che questa vicenda ha aperto una crepa profonda sul sistema di sicurezza negli stadi in Italia. Oramai, complice la crisi e le insoddisfazioni personali delle persone, sempre più in difficoltà economiche e lavorative,oltre che la mancanza di modelli e di un diffuso senso civico, negli stadi si assiste a situazioni spesso a episodi di violenza e di vandalismo che nulla hanno a che fare con lo sport e con i principi ed i valori a cui esso è collegato.