Riceve il rene dalla moglie, dopo 5 mesi vince la medaglia d’oro di sci

Paolo Manera, un ingegnere edile di Cuneo e sportivo, ha vinto la medaglia d'oro nello slalom gigante ai World Transplant Winter Games 2024, solo cinque mesi dopo aver ricevuto un trapianto di rene dalla moglie Giulia.

Riceve il rene dalla moglie, dopo 5 mesi vince la medaglia d’oro di sci

È una storia di trionfo personale e medico che sfida ogni aspettativa: Paolo Manera, ingegnere edile di Cuneo, ha conquistato la medaglia d’oro nello slalom gigante ai World Transplant Winter Games 2024, solo cinque mesi dopo aver ricevuto un trapianto di rene dalla moglie Giulia. Un racconto che non solo celebra l’eccellenza sportiva, ma anche il potere salvifico della donazione di organi.

Gli World Transplant Winter Games, tenutisi quest’anno a Bormio, hanno visto la partecipazione di atleti da 22 Paesi, dall’Australia agli Stati Uniti, dal Canada alla Finlandia. Tutti condividono una storia unica: quella di essere trapiantati di organi o di midollo osseo, o di essere donatori viventi, riuniti non solo per competere, ma per celebrare una seconda chance nella vita.

La storia di Paolo inizia molto prima di questa vittoria. Sportivo appassionato, la sua carriera era stata messa in pausa a causa di una patologia renale cronica che lo aveva costretto a lunghe sessioni di dialisi e a un’agonizzante attesa per un trapianto. La svolta è arrivata quando sua moglie Giulia ha deciso di donargli uno dei suoi reni.

Dopo un rigoroso periodo di esami e preparazioni, compresa una procedura di desensibilizzazione al fine di accettare un organo con un gruppo sanguigno non corrispondente, il trapianto è stato eseguito con successo presso l’ospedale Molinette di Torino. La rapida ripresa di Paolo è stata quasi miracolosa, tanto che a soli cinque mesi dall’operazione, ha potuto non solo tornare sulla neve, ma anche vincere.

Non ci credo quasi ancora“, ha scritto Paolo su Facebook dopo la vittoria. “Questa medaglia la dedico alla mia famiglia che mi è sempre stata vicino, a mia moglie Giulia che ha fatto un eccezionale dono per salvarmi la vita”. La sua storia non è solo un trionfo sportivo, ma un potente promemoria del “potere del trapianto renale, soprattutto quando avviene da donatore vivente“, come ha sottolineato il professor Biancone, esperto nel campo dei trapianti.

Le implicazioni di questa vittoria vanno ben oltre l’ambito sportivo, rafforzando il messaggio sull‘importanza della donazione di organi e il sostegno ai trapiantati. Gli atleti come Paolo dimostrano che la vita può non solo continuare, ma anche fiorire, dopo un trapianto, ispirando innumerevoli persone a considerare la donazione di organi non solo come un gesto di generosità, ma come una vera e propria rinascita per il ricevente.

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