Rocca di Papa, resa dei conti dopo anni: un padre affronta l’uomo legato alla scomparsa del figlio

A Rocca di Papa un uomo di 61 anni è stato fermato dopo un gesto estremo compiuto nei confronti della persona condannata anni fa per la morte del figlio: una vicenda complessa che riporta alla luce un dolore mai sopito.

Rocca di Papa, resa dei conti dopo anni: un padre affronta l’uomo legato alla scomparsa del figlio

Un grave fatto di cronaca ha scosso nella mattinata di martedì 9 luglio il centro di Rocca di Papa, località dei Castelli Romani in provincia di Roma. Poco dopo le 10, in piazza della Repubblica, un uomo di 35 anni, Franco Lollobrigida, ha perso la vita dopo un gesto estremo che ha visto coinvolto Guglielmo Palozzi, 61 anni, noto in città come il padre di Giuliano Palozzi, deceduto nel 2020 in circostanze drammatiche.

Secondo quanto ricostruito finora, Lollobrigida stava percorrendo via Roma quando è stato raggiunto da un atto improvviso che gli ha impedito di proseguire. Ha provato a raggiungere la fermata del Cotral per chiedere aiuto, ma si è accasciato a terra poco dopo. Il personale sanitario, giunto con prontezza anche tramite elisoccorso, ha tentato tutte le manovre possibili, ma non è stato possibile salvargli la vita. 

Dietro quanto accaduto potrebbe esserci un lungo trascorso personale. Nel gennaio del 2020, Giuliano Palozzi, allora trentenne, fu coinvolto in un episodio molto discusso in città e successivamente ricoverato in ospedale, dove non si riprese più. Le indagini dell’epoca portarono al coinvolgimento di Franco Lollobrigida, che venne inizialmente assolto in primo grado. Tuttavia, la sentenza d’appello ribaltò il verdetto, condannandolo a dieci anni per un episodio definito dai giudici come eccessivo e sproporzionato rispetto alla lite originaria, nata – secondo gli atti – per un debito di modesta entità.

Lollobrigida era tornato in libertà da circa due anni, ma la sua presenza in città sembrerebbe aver riacceso un forte turbamento nell’animo del padre della vittima, che oggi si trova in stato di fermo, dopo essere stato identificato e portato in caserma dai carabinieri della stazione locale. 

La piazza principale di Rocca di Papa è stata per ore presidiata dalle forze dell’ordine, impegnate nei rilievi e nella raccolta di testimonianze. I residenti, ancora increduli, descrivono un clima di forte sgomento e tristezza. La vicenda ha riaperto una ferita emotiva rimasta latente per anni e ha generato una profonda riflessione sull’impatto che certi episodi possono avere nel tempo, anche dopo la fine di un processo giudiziario.

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