Redouane Ennakhali, cittadino marocchino di 44 anni, è attualmente detenuto con l’accusa di tentato omicidio nei confronti della sua ex compagna, una donna di 50 anni ora ricoverata in condizioni critiche all’ospedale Maggiore di Bologna. L’episodio, avvenuto domenica scorsa in un’abitazione di via del Cossa, ha profondamente colpito la comunità locale, portando all’attenzione una storia giudiziaria e personale intricata, segnata da numerosi precedenti penali e da decisioni sospese nel tempo.
Ennakhali, infatti, era ben noto alle forze dell’ordine per una lunga serie di condotte illecite che comprendevano rapine, danneggiamenti e comportamenti aggressivi nei confronti delle autorità. Nonostante ciò, l’uomo era ancora in Italia in modo regolare grazie a due ricorsi presentati dopo il diniego del permesso di soggiorno da parte dell’Ufficio Immigrazione di Bologna.
La prima istanza, per motivi lavorativi, era stata rigettata ad agosto 2023, e anche la seconda, presentata per ragioni familiari, aveva avuto esito negativo a novembre 2024. Tuttavia, in entrambi i casi, i provvedimenti erano stati sospesi in attesa del giudizio definitivo, consentendo così a Ennakhali di rimanere sul territorio nazionale.
Domenica pomeriggio, secondo quanto ricostruito dai carabinieri del nucleo radiomobile, l’uomo avrebbe forzato l’ingresso dell’abitazione dove si trovava l’ex compagna, ospite di una parente, dopo aver trascorso ore a inviarle messaggi e chiamate rimaste senza risposta. La situazione si sarebbe rapidamente degenerata. I vicini, allarmati da forti rumori e richieste d’aiuto, hanno chiamato il 112.
Decisivo anche l’intervento del figlio della padrona di casa, che si trovava nella stanza accanto. Gli operatori hanno trovato la porta danneggiata e, all’interno, la donna priva di conoscenza, mentre l’uomo si aggirava ancora nei pressi dell’edificio, in stato confusionale. Le condizioni attuali della donna restano gravi.
L’episodio ha aperto un dibattito acceso sulle lacune del sistema e sulla difficoltà nel conciliare la gestione delle pratiche di immigrazione con le esigenze di tutela della collettività. A rendere ancora più delicata la vicenda è il fatto che, nonostante i numerosi segnali di allarme, nulla sembrava aver impedito a Ennakhali di trovarsi ancora in una posizione che gli permettesse di mettere a rischio la serenità altrui.
Il rapporto tra i due, secondo le ricostruzioni, era stato discontinuo, con un passato di convivenza e successivi momenti di tensione legati al tentativo dell’uomo di riallacciare la relazione. L’opposizione della donna a questa possibilità avrebbe alimentato un malessere crescente. Il procedimento giudiziario è ora nelle mani della magistratura, che dovrà valutare responsabilità e circostanze. Intanto, la città di Bologna riflette su quanto accaduto, con la consapevolezza che la tutela delle persone più esposte a situazioni delicate non può essere lasciata in sospeso nei labirinti della burocrazia.