Garlasco, la scienza riapre il passato: 90 giorni per riscrivere il caso Chiara Poggi

A 18 anni dai fatti, si apre l’incidente probatorio che potrebbe rimettere in discussione la verità giudiziaria finora acquisita: sotto esame nuovi reperti e materiali mai analizzati prima.

Garlasco, la scienza riapre il passato: 90 giorni per riscrivere il caso Chiara Poggi

Sono passati diciotto anni da quando, in una tranquilla villetta di Garlasco, la giovane Chiara Poggi fu trovata senza vita. Una vicenda che ha segnato l’opinione pubblica e la giustizia italiana, portando – dopo una lunga battaglia legale – alla condanna definitiva di Alberto Stasi.

Eppure, oggi si riapre uno spiraglio di revisione. È principiato l’incidente probatorio nell’ambito della nuova indagine che coinvolge Andrea Sempio, all’epoca amico del fratello della ragazza. L’apertura di questo nuovo capitolo si deve alla tenacia della difesa di Stasi, che da sempre ha sostenuto la sua estraneità ai fatti. Le recenti evoluzioni si basano su tecnologie oggi molto più avanzate, in grado di rilevare tracce biologiche e impronte anche in quantità minime e su reperti conservati da quasi due decenni.

L’obiettivo è chiaro: raccogliere elementi che possano chiarire se vi siano altri profili genetici o impronte non considerati in passato. Il procedimento, affidato ai periti Denise Albani e Domenico Marchigiani, prevede la riesamina di alcuni reperti chiave.

Tra questi, figurano materiali trovati nella spazzatura della villetta, come involucri alimentari, utensili in plastica e confezioni varie. Elementi apparentemente banali, ma che potrebbero contenere tracce utili se analizzati con le tecnologie di oggi. Importante sarà anche stabilire se la catena di custodia dei reperti è stata rispettata, per garantire l’attendibilità delle analisi.

Altro punto centrale sarà l’esame delle impronte digitali rilevate sulla scena, in particolare le cosiddettefascette para-adesive” e la celebretraccia 10”, trovata all’interno della porta d’ingresso. Questa impronta, secondo quanto riferito finora, non apparterrebbe né a Stasi né a Sempio, e proprio su questo dettaglio si concentreranno molte delle attenzioni investigative.

In aggiunta, verranno rivalutate le analisi delle tracce trovate sotto le unghie di Chiara, che contenevano profili genetici maschili considerati, fino ad oggi, scientificamente non utilizzabili. Grazie a un nuovo confronto con il DNA salivare prelevato a Sempio nel marzo scorso, gli inquirenti potrebbero ottenere risposte che per anni sono rimaste sospese. I periti hanno ora 90 giorni di tempo per completare tutte le verifiche e relazionare al giudice. Sarà un periodo decisivo per capire se questa nuova inchiesta potrà riscrivere almeno in parte la storia giudiziaria di uno dei casi più noti e complessi del nostro Paese.

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