Reddito di cittadinanza e lavoro in nero, partono le denunce

Un lavoratore in nero è stato denunciato a Cerignola, in provincia di Foggia, in quanto ammesso al reddito di cittadinanza mentre lavorava in nero. Bloccato il sussidio, con conseguente multa e denuncia.

Reddito di cittadinanza e lavoro in nero, partono le denunce

È successo a Cerignola, in provincia di Foggia: un uomo che percepiva il reddito di cittadinanza lavorava in nero in un cantiere edile. A scoprirlo sono stati l’ispettorato territoriale del lavoro e i carabinieri della località del Basso Tavoliere, durante i controlli sull’applicazione della legge su lavoro, salute e sicurezza.

Il caso è stato segnalato immediatamente all’Inps che ha provveduto a interrompere il sussidio. Il lavoratore ora si trova con una multa da pagare di 4.320,00 euro e una denuncia all’autorità giudiziaria. Altre violazioni in materia di sicurezza di natura penale sono state rilevate, e le sanzioni sono pari a 4.975,00 euro.

E non è l’unico caso

I controlli effettuati a Palermo hanno rilevato il caso di un pasticcere in nero e della moglie con reddito di cittadinanza chiesto e ottenuto. L’assegno di 1050,00 euro, già incassato dalla coppia, dovrà essere restituito. Inoltre marito e moglie sono stati denunciati.

Sempre a Palermo, nelle scorse settimane, sono state scoperte storie simili a quella di Cerignola. Un altro operaio edile con reddito di cittadinanza lavorava in nero. Due coniugi, a nome della moglie, hanno chiesto il reddito di cittadinanza. La richiesta è stata accolta, ma ancora non era arrivato il sussidio, e probabilmente non arriverà visto che il marito è stato sorpreso a lavorare in nero, sempre in un cantiere.

Sono diversi i casi di operai al lavoro in nero nei cantieri edili con reddito di cittadinanza. Fillea Cgil ha commentato: “Sono centinaia le denunce fatte dalla Fillea in questi anni per lavoro irregolare: pochissimi restano invece i controlli“. 

Secondo Piero Ceraulo, segretario generale Fillea Cgil Palermo, quello del lavoro in nero è un fenomeno in aumento, ma ciò non è dovuto ai furbetti che, pur lavorando, percepiscono il reddito di cittadinanza: “Il lavoro irregolare in edilizia c’era e continua ad esserci, perché è strutturale” e continua a essere combattuto “con armi spuntate“.

Ceraulo ha spiegato che il settore edilizia vive una “crisi decennale”, che ha portato il lavoratore al ricatto. In molti casi il lavoro in nero è l’unica possibilità, nonostante il salario sia basso e il lavoratore non possa vantare alcun diritto. “Per questo – ha concluso il segretario – chiediamo controlli serrati e non per spot”.

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