Permesso premio per Salvatore Parolisi: l’ex caporalmaggiore dell’esercito che ha ucciso la moglie con 35 coltellate

Salvatore Parolisi, l'ex militare che nel 2011 ha ucciso la moglie, si avvia verso il permesso premio, dopo aver scontato nove anni di prigione. Provano sdegno i parenti della vittima affermando che la macchina burocratica della giustizia ha molte lacune.

Permesso premio per Salvatore Parolisi: l’ex caporalmaggiore dell’esercito che ha ucciso la moglie con 35 coltellate

Salvatore Parolisi, l’ex caporalmaggiore dell’esercito, che nel 2011 ha ucciso la moglie Melania Rea, allora 28 enne, sempre dichiaratosi innocente, e condannato a vent’anni dalla Corte di Cassazione, senza l’aggravante della crudeltà, potrebbe richiedere un permesso premio previsto per i detenuti che hanno scontato metà della pena, ed hanno ricevuto inoltre la riduzione di tre mesi l’anno per buona condotta.

Ogni permesso può essere concesso da un’ora a quindici giorni, fino a un massimo di 45 giorni, la decisione spetta al giudice, sentiti i pareri dei consulenti preposti. Per merito del suo percorso rieducativo, del suo comportamento irreprensibile, ha potuto ricorrere alla richiesta di permessi premio. Questa notizia ha suscitato molteplici reazioni negative nell’opinione pubblica e nei gruppi di attiviste.

Il cadavere della moglie venne rinvenuto a seguito di una telefonata anonima presso la località di Casermette di Ripe di Civitella del Tronto, colpita ripetutamente alle spalle con 35 coltellate. Dell’efferato delitto è stato accusato e processato il Parolisi, dalla Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila, dopo le indagini che hanno portato alla conclusione che a seguito dell’ennesima lite dettata dai continui tradimenti, l’ex militare l’avrebbe uccisa in un impeto d’ira.

A causa del delitto, il Tribunale dei Minori ha revocato la patria potestà a Parolisi, affidando alle cure dei nonni materni la figlia all’epoca di diciotto mesi ed ora undicenne. Durante la reclusione, l’ex caporalmaggiore ha mantenuto una buona condotta, conseguendo anche il diploma di perito agrario e continuando gli studi iscrivendosi a giurisprudenza.

Il fratello della vittima, a seguito di questa possibile richiesta, a quanto sembra non ancora formulata dal Parolisi, ha dichiarato che la macchina burocratica della giustizia ha bisogno di essere rivista. Inoltre, un’associazione di donne attiviste, nel Pescarese, ha inviato una lettera aperta, dove si chiede che la pena venga scontata interamente in base alla gravità del reato e che non vengano applicati benefici di legge.

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