Vent’anni di reclusione: questa la pena stabilita dalla Corte d’Assise d’Appello di Perugia per l’ex caporalmaggiore Salvatore Parolisi. L’uomo, già condannato a 30 anni in secondo grado per l’omicidio della moglie ventinovenne Melania Rea, si è sempre detto estraneo ai fatti che hanno portato alla morte della donna il 18 aprile del 2011. Dopo quattro anni, però, arriva la sentenza finale con un ricalcolo della pena stabilita precedentemente dalla Cassazione.
Durante il processo, gli avvocati di Salvatore Parolisi hanno chiesto di “escludere l’aggravante della crudeltà e concedere le attenuanti generiche“. Mentre la prima richiesta è stata accolta positivamente dai giudici, le attenuanti non sono state concesse. Contrariati gli avvocati di Parolisi, Nicodemo Gentile e Valter Biscotti, i quali hanno sottolineato più volte quanto la loro richiesta mirasse a stabilire una pena “giusta ed equa”. Per i difensori dell’ex caporalmaggiore dell’Esercito c’erano infatti “tutti gli elementi per concedergli le attenuanti generiche, come il fatto che sia un giovane, incensurato e militare irreprensibile“.
I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Perugia, però, sono stati irremovibili e hanno stabilito la definitiva colpevolezza di Parolisi nell’omicidio della moglie e l’impossibilità di fissare la pena a meno di 20 anni. Bocciata quindi la richiesta del “doppio sconto” fatta dalla difesa dell’ex caporalmaggiore Parolisi. Con l’esclusione dell’aggravante della crudeltà la pena inflitta all’uomo è comunque diminuita di 10 anni rispetto a quanto stabilito in precedenza con il rito abbreviato, ed è stato lo stesso procuratore generale Giancarlo Castagliola ad appoggiare questa richiesta. Ad ascoltare il verdetto finale dei giudici erano presenti in aula il padre e il fratello di Melania Rea, mentre era assente l’ex caporalmaggiore Salvatore Parolisi.