Padova, il parroco sui maltrattamenti al campo scuola: "Campo estivo, non è un lager. Animatori esasperati, hanno sbagliato"

Dipingere un campo estivo come un lager è un po' esagerato, ma il parroco riconosce che i giovani animatori hanno sbagliato. Una mamma: "So bene quanto possano diventare esasperanti i ragazzini, avrebbero dovuto telefonare a noi genitori".

Padova, il parroco sui maltrattamenti al campo scuola: "Campo estivo, non è un lager. Animatori esasperati, hanno sbagliato"

Papà e mamma si sono fatti portavoce dei figli puniti al campo scuola, tenuto alla parrocchia di San Pietro di Barbozza (Valdobbiadene, TV), da un paio di animatori ancora minorenni, per aver espresso la loro vivacità oltremisura; i media poi hanno acceso i microfoni dipingendo l’esperienza dei ragazzi come un lager.

Padre Nando Spimpolo, parroco del Santuario dell’Arcella, ha confermato quanto accaduto, ma ha anche cercato di ridimensionare la gravità dei fatti. Innanzitutto ha detto che non si tratta di bullismo. L’animatore chiamato in causa ha 17 anni, “collabora con il patronato e suona in chiesa”, al termine del campo, dopo “una settimana in cui i ragazzini si sono comportati in modo po’… scalmanato”, ha perso il controllo. Il giovane “Era esasperato”, ha detto il Parroco, affermando che riconosce di avere sbagliato e si è pentito. Ricordiamo che “è un adolescente e forse solo ora si rende conto di ciò che ha fatto“.

Padre Nando ha ricostruito l’episodio avvenuto l’ultimo giorno del campo, un giorno sempre molto speciale e attivo per i ragazzi che sordi all’invito dell’animatore a calmarsi, hanno continuato a saltare su un letto fino a sfondarlo. A quel punto con la doga saltata l’animatore li ha rincorsi e colpiti. E’ successo, ma “non si può dipingere il campo estivo come una specie di lager“, come alcuni ragazzini hanno raccontato.

Tornati a casa i ragazzi son tornati a giocare nel campetto della chiesa. Una mamma parlando di suo figlio ha riferito: “Sia chiaro non è tornato “traumatizzato” dalla vacanza. Ciò che è accaduto è grave ma non si deve dare la colpa alla parrocchia” nella speranza che “i responsabili comprendano l’errore” si legge nel sito corriere.it, che invece di punirli avrebbero dovuto chiamare noi genitori.

Molti genitori dei ragazzini partecipanti al campo hanno scritto una lettera in cui descrivono i fatti come “deplorevoli“, ma ritengono anche che si sia “trattato di condotte circoscritte ed estemporanee, riferibili a comportamenti di singoli soggetti” che non intaccano la fiducia nei confronti della parrocchia e di tutti coloro che ogni giorno si adoperano per rendere il Patronato un luogo di accoglienza per i loro figli.

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