Omicidio Pamela Mastropietro: fu fatta a pezzi mentre era ancora viva

Agghiaccianti retroscena nell'omicidio della 18enne romana Pamela Mastropietro. Vincenzo Marino, collaboratore di giustizia fino al 2012, racconta al processo che Oseghale avrebbe fatto a pezzi la ragazza quando era ancora viva.

Omicidio Pamela Mastropietro: fu fatta a pezzi mentre era ancora viva

Durante la seconda udienza alla Corte d’Assise di Macerata per il processo a Innocent Oseghale c’è stato uno scontro tra detenuti. L’uomo è accusato dell’omicidio della diciottenne romana, Pamela Mastropietro, commesso il 30 gennaio dell’anno scorso.

Protagonisti dello scontro sono da un lato il pentito, Vincenzo Marino, che in udienza ha dichiarato che Oseghale gli avrebbe confessato di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi la ragazza mentre era ancora in vita; dall’altro, i compagni di cella di Oseghale: Stefano Giardini, soprannominato Lo zio, ex sottoufficiale della Guardia di Finanza finito in carcere per reati finanziari, un ex detenuto, Stefano Re, e un altro recluso di origine albanese, Jentian Xhafa. I tre hanno smentito le accuse del pentito e negato ogni sorta di confidenza tra l’imputato e l’accusatore.

L’udienza

All’udienza erano presenti la mamma e lo zio della giovane romana che è anche l’avvocato di parte civile della famiglia Mastropietro. Durante l’udienza, l’ex collaboratore di giustizia Marino ha raccontato che Oseghale si è confidato con lui davanti ad un caffè raccontandogli tutti i particolari del delitto. Nello specifico, Marino ha affermato che il nigeriano ha fatto a pezzi la ragazza mentre ancora era viva senza accorgersene. L’avvocato di Oseghale, Simone Matraxia, ha respinto queste accuse affermando che sono del tutto inattendibili e prive di fondamento. Marino ha inoltre aggiunto che nei giorni scorsi la moglie è stata oggetto di minacce.

Marino ha continuato il racconto dicendo che l’omicidio sarebbe avvenuto perché Pamela voleva andare via da casa sua. Prima dell’omicidio, la coppia avrebbe avuto un rapporto sessuale ma lei aveva gli occhi all’indietro perché sotto l’effetto di una droga. Nell’aggressione, Osenghale l’avrebbe colpita prima al fegato per poi uscire di casa per cercare aiuto ad un amico; questo si sarebbe rifiutato per cui è tornato a casa con l’intenzione di farla a pezzi. Nel tagliarle un piede, però, si sarebbe accorto che la ragazza era ancora viva e, per questo, l’ha accoltellata nuovamente fino ad ucciderla definitamente.

Per la difesa, Pamela è morta per overdose da eroina e poi è stata fatta a pezzi. La prossima udienza si terrà il 13 marzo 2019. Fra i testimoni figurano i carabinieri del Racis e i due tassisti, un italiano e un argentino, che hanno avuto rapporti sessuali con la giovane dopo la sua fuga dalla comunità Pars di Corridonia; per questo, i due sono indagati per violenza sessuale.

 

 

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