Potrebbe essere Anastasiya Kylemnyk il personaggio chiave per chiarire il movente dell’aggressione avvenuta mercoledì notte nel quartiere romano Appio Latino, e che è costata la vita al suo fidanzato Luca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla testa, mentre difendeva la ragazza da Paolo Pirino e Valerio Del Grosso.
Secondo gli ultimi elementi raccolti da polizia e carabinieri, non si sarebbe trattato di una semplice rapina, ma di una storia di droga, che vede coinvolta proprio la ragazza. Nello zaino di Anastasiya, quello che i due aggressori volevano a tutti i costi, tanto da bastonare la donna, erano i 2.000 euro in contanti, in rotoli di banconote da 20 e 50 Euro. Questi soldi sarebbero stati utilizzati per acquistare marijuana, per la 25enne ragazza ucraina, e per tre suoi amici che la attendevano nel John Cabot Pub, a pochi passi dall’aggressione.
Evidentemente, qualcosa deve essere andato storto, tanto da scatenare la furia dei due ragazzi, che dopo aver colpito Anastasiya, si sono trovati a fronteggiare Luca, intervenuto in soccorso della sua fidanzata. Mentre quest’ultimo bloccava uno dei due rapinatori, l’altro ha impugnato la pistola e lo ha colpito alla testa. Luca, trasportato in ospedale, è morto dopo qualche ora.
I due assassini, fuggiti con una Smart di colore bianco, sono stati intercettati il giorno successivo all’agguato, anche grazie al coraggio di Giovanna, la madre di Valerio Del Grosso, che si è recata in commissariato per denunciare il figlio. La donna, venuta a conoscenza di cosa avesse fatto il figlio, ha chiesto alla polizia di trovare il ragazzo, anche perché temeva potesse accadergli qualcosa di brutto.
E, mentre i due sospettati sono in carcere a Regina Coeli, gli inquirenti stanno cercando di completare la ricostruzione e capire se dietro i due ci sono anche altri complici, che potrebbero avere avuto un ruolo importante nella vicenda.