Novara: YouTube "censura" Fratelli d’Italia mentre parla di Bibbiano

Durante il consiglio provinciale di Novara, l'intervento di De Grandis (FdI) su Bibbiano. YouTube chiude la diretta dopo una segnalazione. Scoppia la bagarre politica.

Novara: YouTube "censura" Fratelli d’Italia mentre parla di Bibbiano

Un consigliere provinciale, mentre discuteva sul problema degli affidi dei bambini, citando i fatti di Bibbiano, si è visto interrompere la diretta da YouTube dietro segnalazione di un utente. La decisione della piattaforma sarebbe stata giustificata dietro l’accusa di aver violato la “policy della community”. Diretta sospesa, assemblea rinviata e tante polemiche politiche che si sono sollevate. 

Al consiglio provinciale di Novara, un paio di giorni orsono, nell’aula si stava appunto discutendo una legge che punta a ridurre l’allontanamento dei bambini dalle loro famiglie per tramite dei servizi sociali, per evitare che ci siano abusi da parte di chi pensa di trasformare i bambini in merce di scambio per ragioni di denaro, come è appunto avvenuto a Bibbiano.

La discussione è andata avanti in modo regolare, fino a quando non ha preso la parola Ivan De Grandis, di Fratelli d’Italia, che tra le altre cose ha citato Bibbiano. A quel punto è giunta l’interruzione. Inizialmente si è pensato a un problema tecnico, poi si è scoperta l’amara verità: “YouTube ha interrotto poiché si parlava di minori”, ha comunicato il presidente Federico Binatti. E così è esplosa la polemica.

“Oggi si è verificato un gravissimo atto di censura – attacca il senatore di Fratelli d’Italia, Gaetano Nastri – Siamo dinanzi a una situazione incredibile e assurda che lede la libertà di espressione ma soprattutto l’esercizio della democrazia stessa”. La sinistra ha invece un’opinione diversa: la diretta sarebbe stata interrotta per proteggere i minori da un uso strumentale della politica.

L’account è stato chiuso per 90 giorni. Il nuovo consiglio provinciale per concludere quello interrotto è stato convocato per venerdì. Ma, intanto, è partita una raffica di ricorsi da parte dell’ente pubblico che ha scritto a YouTube manifestando il proprio disappunto sull’accaduto e sottolineando quanto sia antidemocratico censurare un’assemblea solo perché si parlava di fatti accaduti e non certo inventati.

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