Nessun attentato alla metro di Roma. Era la bufala di una madre romana

Da un'ingenuità "educativa" di una mamma romana, nasce una delle bufale più preoccupanti delle ultime settimane: quella dei prossimi attentati a Roma, nei luoghi della movida e nelle linee della metro. Per fortuna tutto si è risolto "bene"

Nessun attentato alla metro di Roma. Era la bufala di una madre romana

Probabilmente non sapeva cos’altro inventarsi. Fatto sta che ha innescato un parapiglia mediatico non da poco. Parliamo di una madre romana che, nella speranza di convincere la figlia a non uscire, avrebbe chiamato l’amica con la quale quest’ultima era e le avrebbe messe in guardia su un potenziale attentato nella capitale. 

Nel corso della telefonata dell’apprensiva mamma, alla quale – evidentemente – non era rimasta altra soluzione per spingere la figlia a rimanere a casa, si spiegava che la richiesta non era da prendere alla leggera perché era in arrivo un attentato nella Capitale e, in ogni caso, era meglio evitare la metropolitana e i luoghi della movida (discoteche e affini).

Più sicuro, si spiegava, sarebbe stato restare nelle periferie, proprio vicino a dove la ragazza in questione abitava (che caso). La fonte di queste indiscrezioni così sicure? Secondo la mamma in questione, sarebbe un’amica impiegata nel Ministero dell’Interno dove, parole della donna, si saprebbero cose che sui media ufficiali non arrivano (ma si…mettiamoci il carico da quaranta…).

Il contenuto della telefonata poc’anzi illustrato, registrato non si sa se dalla figlia della donna o dall’amica che aveva preso la telefonata, è finito, come audio messaggio, su Whatsapp e, da qui, è diventato ovviamente virale…forse per mettere anche altre persone in guardia.

Naturalmente, quando il contenuto di questa telefonata è diventato di dominio pubblico, le istituzioni sono dovute correre ai ripari. Il premier Matteo Renzi ha dichiarato che il contenuto della conversazione da lui stesso ascoltata era semplicemente una bufala e che, anzi, la magistratura avrebbe dovuto indagare i responsabili per procurato allarme. Cosa che puntualmente è avvenuto.

Com’è finita la vicenda? La ragazza destinataria della telefonata è capitata sulla pagina Facebook della Polizia Postale “Vita da social” e ha preso atto della situazione e della smentita del caso fornita direttamente dalle Forze dell’Ordine e ha riportato il tutto alla madre che, informandosi a sua volta, è venuta a sapere del fatto che gli inquirenti stavano cercando le persone coinvolte nella telefonata.

Per fortuna il buon senso ha prevalso e, in tarda serata, verso le 22, le due donne si sono recate negli uffici della polizia locale: qui hanno spiegato l’accaduto e le reali motivazioni della telefonata, tutto materiale che, raccolto in appositi faldoni, è stato inviato alle apposite autorità giudiziarie perché la vicenda faccia il suo corso.

In questi giorni sono numerose le bufale che girano sul web, fra cui quelle che riguardano l’utilizzo di una PS4 per organizzare gli attentati di Parigi o della ragazza pagata per piangere nei luoghi delle stragi.

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