Tra le tante bufale che stanno circolando in rete da quando, venerdì 13, la Francia è stata colpita dagli attentati dell’ISIS, una delle più recenti e senz’altro ridicole è quella relativa all’uso della PlayStation 4 da parte dei terroristi – di stanza in Belgio – per organizzare gli attacchi di Parigi in cui sono morte 129 persone.
Nello specifico, la boutade in questione è stata messa in atto da un giornalista di Forbes, tal Joe Tassi, che – in un consultatissimo articolo-inchiesta (500 mila lettori) – avrebbe spiegato come, secondo il ministro degli interni belga Jambon, ci sarebbero prove evidenti che i terroristi belgi che hanno colpito Parigi abbiano usato delle Playstation 4 per comunicare tra loro e progettare gli attacchi in Francia.
Nello specifico, continuava l’articolo – poi corretto – sarebbero state trovate, nel corso di alcune perquisizioni a Bruxelles, diversi esemplari della consolle testé citata. Inutile dire che la notizia è stata rilanciata dai media di tutto il mondo, Italia compresa: da noi, in particolare, “il Giornale” ci ha messo del suo spiegando come occorra infiltrare degli agenti dell’FBI nella piattaforma della PS di Sony perché lì le comunicazioni viaggiano su un piano “non convenzionale” grazie al quale è facile prendersi gioco dei servizi segreti. Oltretutto, continua, il Giornale, per avere un account sul PS network non occorrerebbe nemmeno un’identità reale (beh, in verità questo vale per quasi tutti gli account…)!
La notizia in questione, ve lo diciamo subito, è una bufala di cui è difficile tenere il segno. Lo stesso Tassi ha dovuto rettificare il suo articolo sostenendo, senza scomporsi più di tanto, di aver male interpretato le parole del ministro Jambon che, comunque, intendeva mettere in guardia contro l’uso potenzialmente pericoloso della PlayStation.
La consolle in oggetto, conclude Tassi evidentemente poco pentito, è meno tracciabile e meno presidiata dei comuni canali di comunicazione e, in essa, non mancano i modi per comunicare, sia tramite le chat private, sia grazie al PS Network, sia nel corso dello stesso gioco in modo criptico e simulato (ad esempio attraverso la rappresentazione di ciò che si vorrebbe organizzare). Come a dire “non è vero però state comunque attenti”.
Questa bufala si aggiunge a quella che ha girato i profili social di mezzo mondo, relativo ad una fantomatica ragazza pagata per piangere sui luoghi delle stragi.