Napoli: genitori ed insegnanti chiedono di formare le classi separando i figli degli operai e dei professionisti

In una scuola di Sant'Antimo, nel napoletano, la dirigenza scolastica ha ricevuto la richiesta di formare le classi dividendo i figli dei professionisti dai figli degli operai, per evitare che questi ultimi diano il cattivo esempio ai figli della Napoli bene.

Napoli: genitori ed insegnanti chiedono di formare le classi separando i figli degli operai e dei professionisti

Nel napoletano, all’interno dell’istituto comprensivo Giacomo Leopardi, una scuola di Sant’Antimo, la dirigenza ha ricevuto la richiesta da parte di genitori ed insegnanti di separare i figli degli operai dai figli della Napoli bene.

La direzione dell’Istituto ha ritenuto scioccante questa richiesta, ed ha quindi pubblicato un post dove denunciava quanto accaduto, ma successivamente lo ha rimosso.

La Direzione didattica dell’Istituto Comprensivo si è vista recapitare la richiesta di formare le classi separando i figli dei professionisti da quelli degli operai, per evitare che questi ultimi insegnino delle cattive abitudini ai figli della Napoli bene.

Il 25 gennaio, sulla pagina dell’Istituto, nella sezione utilizzata per le comunicazioni agli studenti e alle famiglie, è apparso un post della scuola che diceva: “Prima qualche genitore, poi addirittura qualche docente viene ad esprimere la necessità di formare classi suddivise sulla base del censo“. La motivazione di tale richiesta è stata giustificata con l’intento di proteggere i figli dei professionisti dal mondo esterno, fatto anche di figli di operai. Il dirigente ha commentato dicendo: “Io li ascolto tutti, con educazione e attenzione, notando pattern ricorrenti nel loro linguaggio.”

In base a quanto si può leggere nel post della dirigenza scolastica, sembra che i genitori abbiano affermato il timore che i propri figli prendano esempio dalle cattive abitudini altrui, mentre altri hanno detto: “Vogliamo che i nostri figli seguano le nostre orme“. A questo punto, il dirigente ha commentato dicendo: “Ascolto ascolto e mi rendo conto che il limite della mia pazienza coincide con i limiti dell’uso del congiuntivo dei miei saccenti e classisti interlocutori“.

Non è la prima volta che la cronaca parla di queste richieste da parte dei genitori: poco tempo fa è successo anche in un istituto di Roma, dove si erano organizzate le casse separando i figli della borghesia da quelli degli operai, organizzando le classe in base ai ceti sociali di appartenenza.

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