Medico obiettore non effettua le ultime analisi sulla paziente dopo l’aborto

L'unico ginecologo disponibile al San Martino di Genova non effettua gli esami post-interruzione di gravidanza. La giovane diciannovenne, in attesa da varie ore, chiama la polizia

Medico obiettore non effettua le ultime analisi sulla paziente dopo l’aborto

A Genova una ragazza di diciannove anni si trova al San Martino nel reparto di Ginecologia e Ostetricia per effettuare l’interruzione volontaria di gravidanza non chirurgica, che ha iniziato nella giornata di giovedì scorso. E’ sabato 19, il giorno prima di Pasqua, e la ragazza ha da poco assunto il secondo farmaco (la famosa pillola RU 486) che avrebbe ultimato la procedura e rimane in ospedale in attesa di essere sottoposta agli esami che accertino l’avvenuta interruzione di gravidanza.

Le ore passano, tuttavia, senza che qualcuno spieghi alla giovane cosa sta accadendo. L’unico medico disponibile, Salvatore Felis di anni 57, è obiettore di coscienza e non vuole sottoporre la diciannovenne agli ultimi accertamenti, consistenti in un controllo ecografico e un esame complessivo. Il primario C. Gustavino è al corrente della situazione ma la sottovaluta, pensando che il ginecologo obiettore effettuerà in ogni caso le analisi sulla paziente, che verrà normalmente dimessa.

Gli eventi si svolgono, tuttavia, in maniera diversa: la giovane assistita dalle sole infermiere, le quali non possono fare nulla, ed esasperata dall’attesa chiama la polizia. L’arrivo degli agenti verso le 18:00 mette in agitazione l’ospedale: viene quindi trovato un medico disponibile ad effettuare gli esami, ma sono ormai le 19:30 e la giovane può lasciare la struttura ospedaliera. Il primario, dispiaciuto per l’accaduto, ammette l’errore e garantisce che per il futuro l’organizzazione dei turni permetterà una copertura totale anche nei periodi festivi.

Il caso di Genova è solo uno dei tanti che dimostrano l’ingiustizia di un sistema che permette ad un medico di essere obiettore di coscienza. Nelle circostanze sopra descritte, inoltre, si capisce che il comportamento del medico obiettore è da ritenere insensato, in quanto avrebbe dovuto solo effettuare un’ecografia e qualche ulteriore esame.
Il nostro paese presenta un’elevata percentuale di medici obiettori di coscienza: in Sicilia i ginecologi obiettori sono l’80%,  gli anestesisti il 78% e il personale non medico supera l’86% . Altre regioni con queste percentuali sono la Basilicata, la Campania, il Molise e la provincia autonoma di Bolzano.

Non a caso il Comitato Europeo dei diritti sociali (organo del Consiglio d’Europa) ha recentemente richiamato l’Italia e, in particolare, tre strutture ospedaliere del Molise, le quali presentavano un’ adesione totale all’obiezione di coscienza rendendo, in tal modo, praticamente impossibile l’esercizio del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza sancito dalla Legge 194/1978.

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