Alessio Tucci, il giovane reo confesso della 14enne Martina Carbonaro, deceduta a causa sua, non si dà pace per quanto successo e scrive una lettera al papa in cui chiede perdono. Il ragazzo ha affidato la missiva ad un sacerdote che esercita attività di volontariato in carcere, con l’intento di farla avere direttamente al santo Padre Leone XIV.
Anche se da un lato il pentimento del giovane potrebbe essere preso come un segnale che lo ha portato a rendersi conto della gravità del suo gesto, dall’altro la mamma di Martina non ha affatto gradito il gesto, poiché nulla riporterà in vita la figlia. Nella lettera Tucci scrive di essere profondamente pentito di ciò che ha fatto, narrando i fatti secondo la sua versione.
Pare che il giovane abbia anche chiesto al papa di pregare per Martina. La mamma della ragazza, come è comprensibile, non ha preso bene la richiesta di Tucci: la donna, il cui nome è Enza Cossentino, ha detto apertamente ai media di non voler concedere in alcun modo il perdono a Tucci.
Quello che lei vuole è una pena esemplare per rendere giustizia alla figlia, poiché nulla potrà mai alleviarle il dolore per la sua scomparsa. La donna ha anche detto di sperare che il papa non risponda alla missiva di Tucci, responsabile di aver tolto la vita alla sua unica figlia, il suo tesoro. Intanto, proseguono le indagini sul caso, coordinate dalla Procura di Napoli Nord, che adesso stanno attenzionando i 7 telefonini e i tablet rinvenuti in casa del giovane.
Dopo aver accertato l’integrità dei dispositivi informatici ha avuto inizio il processo di copia forense. A svolgere le operazioni saranno i carabinieri della sesta sezione “Cyber investigation” del comando provinciale di Napoli, a cui la Procura di Napoli Nord si è rivolta. I genitori di Martina, in accordo con il loro avvocato Sergio Pisani, hanno scelto l’ingegnere e professore Lorenzo Laurato come consulente di parte.