Commozione e silenzio hanno accompagnato, a Capaccio Paestum, il funerale di Taras Stromillo Ivanyshyn, il giovane di 27 anni trovato senza vita domenica 28 settembre 2025 nella piscina dell’hotel dove lavorava. Un evento che ha profondamente scosso la comunità locale, ancora incredula di fronte a una perdita che lascia molte domande aperte.
Nella Chiesa di San Vito, tra fiori bianchi, lacrime e abbracci, parenti e amici si sono stretti attorno alla famiglia, cercando conforto in un momento di grande dolore collettivo. La bara bianca, arrivata dall’ospedale Ruggi di Salerno, è stata accolta da una folla commossa. Don Nicola Griffo, durante l’omelia, ha espresso parole di riflessione che hanno colpito profondamente i presenti: “Abbiamo domande a cui non troviamo risposte, e anche se arrivassero, resterebbe comunque la consapevolezza che Taras non è più con noi. Ci chiediamo se questo sia giusto, se sia umano”.
La chiesa è rimasta immersa in un silenzio denso di emozione, rotto solo dalla voce di uno degli amici più cari del ragazzo, che ha letto una lettera in suo ricordo: “Ho avuto un fratello, non solo un amico. Ti porterò sempre con me. Porta con te la stessa felicità che ci hai regalato qui”.
All’uscita del feretro, un lungo applauso e il volo di palloncini bianchi hanno accompagnato. Parallelamente, proseguono le indagini coordinate dalla Procura di Salerno, con l’obiettivo di chiarire le circostanze del decesso di Taras. I carabinieri stanno concentrando l’attenzione sui telefoni cellulari del giovane e dei due colleghi che erano con lui la sera precedente. A un perito informatico è stato affidato il compito di analizzare messaggi, chiamate e chat per ricostruire gli ultimi momenti del ragazzo e comprendere se vi siano elementi utili a chiarire la dinamica dei fatti.
L’approccio delle autorità resta cauto e rispettoso, nella consapevolezza che ogni dettaglio possa contribuire a fare luce su una vicenda che, al momento, resta avvolta nel riserbo. Capaccio Paestum, una cittadina da sempre unita e solidale, si ritrova oggi a condividere un dolore comune. Taras era descritto da chi lo conosceva come un giovane solare, generoso e pieno di energia, appassionato del suo lavoro e amato da tutti per la sua gentilezza. Le parole del parroco e degli amici riflettono il desiderio di verità, ma anche la volontà di mantenere viva la memoria di un ragazzo che ha lasciato un segno profondo nel cuore di molti. Le indagini continueranno nei prossimi giorni, ma al di là delle risposte che emergeranno, resta l’immagine di una comunità che ha scelto di reagire con dignità, raccoglimento e rispetto, stringendosi nel ricordo di Taras e nel bisogno condiviso di comprendere ciò che è accaduto.