La verità della Cassazione sul boss Totò Riina

La Cassazione non avrebbe mai detto che Totò Riina dovrebbe essere scarcerato e nemmeno che le sue condizioni sono inaccettabili per restare in carcere.

La verità della Cassazione sul boss Totò Riina

Il 5 giugno la corte di Cassazione ha pubblicato una sentenza sulle condizioni di salute di Totò Riina, boss di Cosa Nostra, che è stato condannato nel 1992, e dopo una lunga latitanza, è in carcere da ben 24 anni. Ora, il boss ha 86 anni e le sue condizioni di salute peggioreranno ogni giorno di più, con l’avvocato che ha chiesto che abbia la sospensione della pena, o al massimo, gli arresti domiciliari, con il tribunale di Bologna che rifiutò questa proposta.

Nel maggio del 2016, il tribunale aveva negato la proroga della pena di Totò Riina, affermando che le sue condizioni di saluti erano abbastanza gravi, ma non tanto da non essere curato in carcere. Il continuo monitoraggio fatto sul boss di Cosa Nostra aveva già fatto sì che Riina avesse già avuto in passato alcuni ricoveri ospedalieri. Infine, come ulteriore spiegazione alla bocciatura della proroga, i giudici avevano sottolineato la minore l’incolumità della popolazione se Riina fosse a piede libero.

La Cassazione però non è del tutto convinta della decisione del Tribunale, dicendo che alcuni punti sono contraddittori. Per esempio, ritengono inadeguato che il solo monitoraggio del boss possa giustificare il rifiuto della proposta, e ritengono “parziale” la giustificazione dei giudici, poiché andrebbe guardato lo stato di salute del condannato. La Cassazione, in poche parole, ha ricordato che tenere in carcere un uomo, anche se sta avendo un cedimento fisico, è contrario al senso di umanità e dignità.

La Cassazione, poi, evidenza le strutture del carcere di Parma, ritenendonole in condizioni abbastanza disagiate ma, comunque, è una cosa irrilevante. Ciò che non si spiega, per la Cassazione, è come la pericolosità di Riina possono ritornare come era in precedenza. La Cassazione, infine, ritiene che la pericolosità di Riina dev’essere basata su precisi argomenti di fatto rapportati all’attuale capacità del soggetto di compiere”.

In poche parole, il tribunale di Bologna dovrà valutare di nuovo l’eventuale compatibilità delle condizioni generali di salute del boss siciliano di “Cosa Nostra” Totò Riina con il carcere, e riformulare il provvedimento, stavolta con adeguate e complete motivazioni.

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