Proseguono gli sviluppi attorno alla vicenda della cosiddetta “famiglia del bosco”, la coppia anglo-australiana che viveva in isolamento nelle campagne abruzzesi insieme ai tre figli. Nelle ultime ore è emerso un elemento rilevante: la tutrice dei minori, Maria Luisa Palladino, e la curatrice speciale nominata dal tribunale, Marika Bolognese, hanno espresso parere contrario al ricongiungimento immediato dei bambini con i genitori, Catherine Birmingham, 45 anni, e Nathan Trevallion, 51.
Nel corso dell’udienza tenutasi due giorni fa, Palladino e Bolognese hanno illustrato ai giudici le ragioni della loro posizione. Al centro della valutazione c’è il periodo di osservazione trascorso dai minori nella struttura protetta di Vasto: solo una settimana, un arco temporale ritenuto insufficiente per verificare se le problematiche segnalate in precedenza.
Le due professioniste hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di un monitoraggio più lungo e accurato, che consenta agli operatori di valutare con maggiore precisione le condizioni psicologiche, educative e relazionali dei bambini, dopo anni di vita familiare caratterizzata da un marcato isolamento. Va sottolineato che il parere delle curatrici, per quanto autorevole, non è vincolante: la decisione finale spetterà ai giudici del tribunale minorile, che nelle prossime giornate dovranno pronunciarsi sulla richiesta di revoca dell’allontanamento.
L’ordinanza che ha disposto l’allontanamento dei tre minori risale al 20 novembre. Il provvedimento prevede il collocamento in comunità e la sospensione temporanea della responsabilità genitoriale, dopo la presunta mancata osservanza, da parte della coppia, di alcune prescrizioni imposte dai servizi sociali.
Tra gli elementi contestati figura soprattutto l’isolamento dei bambini dal mondo esterno: una modalità di vita che, secondo l’accusa, avrebbe inciso sulla loro socializzazione, sulla frequenza scolastica e, più in generale, sul loro sviluppo. Gli avvocati della coppia, Marco Femminella e Danila Solinas, stanno lavorando per chiarire e contestare ogni aspetto che ha portato alla separazione. La difesa sostiene che i genitori siano sempre stati presenti e accudenti e che la scelta di vivere in un contesto rurale appartato non configurerebbe automaticamente una condizione di pregiudizio.
Nel frattempo, dal comune di Palmoli è arrivata un’apertura concreta: l’amministrazione si è detta disponibile a mettere a disposizione insegnanti per lezioni individuali ai minori. L’obiettivo è garantire un supporto didattico e facilitare un graduale inserimento in un percorso educativo strutturato, affiancando l’eventuale apprendimento parentale.