I controlli, più serrati e particolareggiati, messi in atto dopo i recenti attentati in Belgio, non hanno scoraggiato i fedeli cristiani che, a migliaia, si sono radunati in Piazza San Pietro per ascoltare il Regina Coeli del Papa (si chiama così la preghiera dell’Angelus nel periodo antecedente alla Pentecoste n.d.a.). Le parole del Santo Padre, dopo aver ricordato le recenti stragi terroristiche, sono state di incoraggiamento e di fiducia per il futuro.
Papa Francesco, la fede e la speranza come “armi” per risalire dal fondo
Ricordando la grave tragedia che ha colpito il Pakistan nel giorno di Pasqua, con le esplosioni terroristiche in un parco di divertimenti, il Papa ha – ancora una volta – messo l’accento sui tempi bui che l’umanità sta attraversando deplorando soprattutto il fatto che alle minoranze religiose tocchi il prezzo più alto da pagare in questa assurda lotta di predominio ed oscurità religiosa.
Le minoranze cristiane, particolarmente colpite e prese di mira in ogni parte del mondo, sono il nucleo centrale delle preghiere del Papa e costituiscono il tema delle sue esortazioni a tutti gli uomini di buona volontà affinchè, uniti nella preghiera, tengano viva la fiducia di fronteggiare questa difficile situazione internazionale.
“I momenti di buio, di fallimento e di peccato possono trasformarsi e annunciare un cammino nuovo” è l’esortazione del Papa a non perdere la fede e la speranza perché sono queste le uniche virtù che possono aiutare nei momenti difficili della vita. Con la fede e la speranza le persone credono nella resurrezione di Cristo; con la fede e la speranza i popoli devono credere che sarà possibile un futuro di pace, di serenità, di amore.
Questi sentimenti devono essere particolarmente vivi e proficui in questi giorni in cui la cristianità ricorda il mistero di Cristo, ed il Papa auspica che questo clima di speranza possa influenzare la vita di ognuno di noi soprattutto se uniti, sia nella preghiera che nella lotta alle sopraffazioni.