Il coraggio di Linda Moberg: denuncia il marito dopo 20 anni di violenze psico-fisiche

La storia di Linda Moberg è davvero toccante. La donna ha avuto la forza di denunciare il marito, dopo 20 anni di violenze psico-fisiche. La prima udienza del processo, rimandata per emergenza Covid, si svolgerà non prima di marzo 2021.

Il coraggio di Linda Moberg: denuncia il marito dopo 20 anni di violenze psico-fisiche

In occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, oltre a parlare delle 91 vittime nei primi 10 mesi del 2020, è bello leggere le storie di chi ce l’ha fatta, è riuscita a denunciare il suo “orco”.Una di queste è Linda Moberg che, dopo 20 anni di violenze psico-fisiche, ha trovato il coraggio di denunciare l’uomo che diceva di amarla, seppur imparando a convivere con la paura che l’incubo possa ripresentarsi, in attesa del processo. L’ex della donna, infatti, era stato rinviato a giudizio a fine 2019 ma la prima udienza del processo, rimandato a causa dell’emergenza Covid, non si svolgerà prima di marzo 2021.

Secondo quanto riferito dall’avvocato della Moberg, Massimiliano Santaiti, la sua assistita ha paura di una nuova aggressione, dato che l’ex marito ha manifestato più volte l’intenzione di “portare a termine ciò che ha iniziato” e nei suoi confronti, ad oggi, non è scattata alcuna misura cautelare.La violenza domestica è un fenomeno difficile da combattere efficacemente anche dal punto di vista legislativo, in quanto spesso (per fortuna non è stato, questo, il caso di Linda) la vittima di violenze decide di non sporgere alcuna denuncia nei confronti dell’aggressore per svariati motivi: perchè non sa dove andare, perchè ha troppa paura della persona violenta ma anche di affrontare l’iter di una denuncia e le conseguenze pratiche; per paura di compromettere la famiglia, per paura di essere mal giudicata da quest’ultima; per mancanza di fiducia nelle Forze dell’Ordine per poter vivere in maniera sicura dopo aver sporto denuncia.

Il toccante racconto di Linda ai microfoni di Fanpage

Nell’intervista concessa a Fanpage, Linda ha raccontato i dettagli agghiaccianti dell’ultima aggressione, subita da parte di colui che diceva di amarla e che, per poco, non l’ha uccisa, un anno e mezzo fa. La donna ricorda di aver ricevuto una spinta, d’esser caduta per terra, d’essere stata picchiata con il bastone del mocio, fino alla perdita di coscienza, senza alcuna pietà, dato che nemmeno un centimetro del suo corpo era stato risparmiato da lividi o ferite, con il collo tutto nero.E’ stato suo figlio maggiore, rientrato a casa assieme al fratellino, a trovare la madre, a terra, riversa in una pozza di sangue, chiamando immediatamente il 112 e chiedendo l’intervento urgente dell’ambulanza.

Oggi, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, ricordiamo, ancora una volta, alle vittime di una violenza o a chi si sente in pericolo, di chiamare il numero unico antiviolenza 1522, un numero gratuito, attivo 24 ore su 24, che accoglie, con operatrici specializzate, le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza o stalking. Al 1522 sono collegati centri antiviolenza, consultori pubblici, aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere pubbliche, Caritas diocesane, numeri pubblici di emergenza (112, 113,118).

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