Grazia Di Nicola: i testimoni di Geova smentiscono la sua versione, ma una loro direttiva li inchioderebbe

L'ufficio stampa dei testimoni di Geova comunica: "La signora non è stata espulsa per l'emotrasfusione". Ma, dai loro documenti ufficiali, risulterebbe una direttiva chiara: "Disassociate chi prende sangue".

Grazia Di Nicola: i testimoni di Geova smentiscono la sua versione, ma una loro direttiva li inchioderebbe

Dopo il clamore mediatico sollevato dalla vicenda di Grazia Di Nicola, la donna salernitana di 48 anni espulsa dal movimento dei testimoni di Geova e ripudiata dalle figlie per aver accettato una trasfusione di sangue, è arrivata la versione dell’ufficio stampa del movimento religioso della Watch Tower in Italia che, di fatto, smentisce la dichiarazione della donna.

“Le tre ragazze – scrive il comunicato – sono stanche e frustrate da questa situazione. Non è vero che hanno rotto i rapporti con la madre perché la donna ha accettato la trasfusione di sangue, ma si sono allontanate perché venivano maltrattate. La signora inoltre non è stata espulsa per l’emotrasfusione”.

I fatti risalgono a tre anni fa. Grazia Di Nicola, ex testimone di Geova, aveva deciso di sottoporsi a un delicato intervento chirurgico con emotrasfusione, necessario per salvarle la vita, sebbene questa pratica sia vietata dal credo della sua religione. Da allora – secondo le sue parole – è stata espulsa dal movimento dei Testimoni di Geova e le sue figlie, anche loro Testimoni, l’hanno accusata di essere una peccatrice, e hanno troncato i rapporti con lei, abbandonando la casa e negandosi alle sue visite. 

In realtà, secondo la versione di alcuni ex testimoni di Geova, molti dei quali un tempo anziani di congregazione, le direttive dell’organizzazione contemplerebbero la disassociazione per i fedeli che accettano di farsi trasfondere sangue. Anche se, per evitare problemi di natura legale, interpreterebbero la trasfusione consensuale come un atto di dissociazione volontaria dalla confessione religiosa da parte di un fedele.

A conferma di queste dichiarazioni, ecco cosa scriverebbero i dirigenti del gruppo religioso sulle loro pubblicazioni ufficiali: Se qualcuno assume sangue volontariamente…e gli anziani del comitato stabiliscono che la persona non è pentita, dovrebbero annunciarne la dissociazione”. Una direttiva, questa, che – se confermata – getterebbe una ulteriore ombra su questa triste vicenda di cronaca quotidiana.

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