Salerno, testimone di Geova ripudiata dalle figlie per una trasfusione di sangue

Grazia Di Nicola aveva ricevuto una emotrasfusione che le ha salvato al vita. Da allora, le figlie hanno evitato ogni contatto con lei. La donna accusa i testimoni di Geova di averle plagiate.

Salerno, testimone di Geova ripudiata dalle figlie per una trasfusione di sangue

Grazia Di Nicola non riesce a darsi pace: da oltre quindici giorni non ha più notizia delle tre figlie di 30, 25, e 21 anni, testimoni di Geova come lo era lei. La donna, una casalinga di 48 anni, vive in provincia di Salerno, e dopo una denuncia per scomparsa presentata ai carabinieri, si è rivolta a Fanpage.it per lanciare il suo accorato appello e rivedere le figlie.

Grazia Di Nicola è stata per anni una testimone di Geova. Qualche tempo fa, ha dovuto subire una trasfusione di sangue che le ha salvato la vita. Ma, poiché i testimoni di Geova non accettano questa pratica sanitaria, la donna è stata emarginata dai confratelli, e abbandonata dalle tre figlie che sono andate via di casa.

Giovanna, Annunziata, e Francesca, questi i nomi delle tre ragazze, hanno sempre sostenuto che, ad allontanarle dalla madre, sono stati i maltrattamenti psicologici e fisici da lei commessi per obbligarle ad abbandonare la loro religione. Grazia, invece, sostiene che si sarebbe trattato di una punizione nei suoi confronti per aver accettato la trasfusione.

Le tre giovani vivevano in una palazzina a tre piani occupata da altri testimoni di Geova e poco distante dall’abitazione di Grazia. Tre settimane fa, la donna si è accorta che l’appartamento delle figlie era al buio. Preoccupata, si è recata sul luogo di lavoro di una di loro per sapere che fine avessero fatto, ma lì le hanno detto che la giovane si era licenziata.

A questo punto, Grazia è andata in comune per avere qualche informazione sul nuovo domicilio delle ragazze, e lì ha scoperto che le figlie non avevano mai cambiato la loro residenza ma che, secondo l’ufficio anagrafe, continuavano a vivere con i genitori. Un dato, questo, che ha spinto la donna a presentare denuncia di scomparsa ai carabinieri.

I militari dell’Arma, dopo aver dichiarato di non potere agire dato che le giovani erano maggiorenni, hanno rintracciato al telefono la più grande, così da rassicurare la madre sulla loro condizione, e la risposta che hanno ottenuto è stata simile a una sentenza: “Siamo andate via per nostra scelta e non vogliamo che nostra madre sappia dove stiamo”.

Non ancora rassegnata, Grazia si è rivolta ai suoi ex fratelli per chiedergli di convincere le figlie a rivederla, ma la loro reazione è stata ancora più dura: “Non ti conosciamo”, le hanno risposto. “Non ti diciamo dove si trovano le tue figlie. Puoi chiedere a chiunque nella congregazione e nessuno ti dirà nulla”.

È stata proprio questa reazione a convincere Grazia a ritornare dai carabinieri con un avvocato. “Se sono iscritte nel mio stato di famiglia e a casa non ci sono, è mio dovere come genitore denunciare la loro scomparsa. Sono convinta che siano manipolate”, assicura. Cosa che è difficile da provare, dato che in Italia il reato di plagio non esiste più dal 1981

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