Come afferma il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, gli attentati di Parigi di venerdì sera, che hanno sconvolto il mondo intero, sembrano non voler scalfire le convinzioni di Papa Francesco, che ha deciso di dare un messaggio forte al terrorismo, affermando a chiare lettere che il Vaticano non si piegherà alla logica della paura, e che il Giubileo sarà aperto anche ai musulmani.
Le voci recenti che avrebbero voluto il rinvio del Giubileo della misericordia, dunque, sembrano essere rimaste inascoltate dal Pontefice, che ha lasciato intendere come questi fatti non solo non cambieranno la sua agenda, ma che anzi assumeranno un valore ancora più forte, come simbolo della misericordia e dell’accoglienza cristiana.
Già il giorno dopo i terribili attentati che hanno sconvolto la capitale francese, il portavoce del Vaticano, Padre Lombardi, aveva affermato a chiare lettere che il Giubileo si sarebbe fatto in ogni caso. Messaggio ribadito anche dal segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, che anzi rilancia: “Nel mondo lacerato dalla violenza, è il momento giusto per lanciare l’offensiva della misericordia“. Una metafora particolarmente efficace, quella dell’offensiva della misericordia, con la contemporanea apertura ai musulmani per quel che riguarda la loro presenza a Roma nel Giubileo.
Come ribadisce Pietro Parolin durante un’intervista al giornale cattolico francese Le Croix, infatti, “si può capire che dopo gli attentati ci sono sentimenti di vendetta ma bisogna davvero combatterli. Il Papa vuole che il Giubileo serva alle persone per incontrarsi, comprendersi e superare l’odio“. Incontro che, come spiega durante l’intervista, per volontà di Papa Francesco prevede anche (e soprattutto, ci verrebbe da dire), la presenza dei fedeli musulmani.
Nonostante ciò, è ovviamente ferma la condanna alla violenza e, contemporaneamente, la fiducia in chi deve vigilare per la sicurezza pubblica. Secondo Pietro Parolin, infatti, sarà possibile (e avverrà) un innalzamento del livello di sicurezza all’interno del Vaticano durante il Giubileo, ma questo non significa lasciarsi paralizzare dalla paura.
Per uno Stato è giusto difendersi dai terroristi, in sostanza, ma la misericordia e la fratellanza non possono venir meno, a maggior ragione in questo momento così difficile per l’Occidente e per il mondo cristiano, preso di mira dai terroristi dell’Isis.