Nelle ultime ore è emersa una notizia che potrebbe riscrivere — o complicare ulteriormente — uno dei casi giudiziari più noti degli ultimi decenni. È infatti scomparso il frammento di intonaco contenente la cosiddetta “impronta 33“, una traccia compatibile in 15 punti con il palmo della mano di Andrea Sempio, al centro delle nuove valutazioni sul caso della scomparsa di Chiara Poggi, avvenuta nell’estate del 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco.
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, il reperto, trattato a suo tempo con ninidrina per rilevare la possibile presenza di materiale biologico, era stato asportato in laboratorio con strumenti sterili e correttamente repertato. Tuttavia, oggi non risulta archiviato né presso la Procura di Pavia né nei laboratori dei RIS di Parma. Si ipotizza che il frammento possa essere stato distrutto in seguito alla sentenza definitiva che condannò Alberto Stasi a 16 anni di detenzione, ritenendo così concluso l’iter giudiziario.
Nonostante ciò, le indagini non si fermano. Il prossimo 17 giugno è previsto un incidente probatorio su alcuni reperti rimasti finora inutilizzati o riesaminabili grazie a tecnologie d’avanguardia. Tra questi, spicca il cosiddetto “contatto papillare numero 10“, un’impronta ritrovata sulla parte interna della porta d’ingresso della casa dei Poggi.
All’epoca dell’evento non furono effettuati accertamenti di tipo biologico sulla traccia, che appariva lasciata da una “mano sporca“. Nonostante la scarsa definizione – presenta solo otto punti utili contro i sedici necessari per una comparazione standard – la nuova consulenza disposta dai magistrati di Pavia punta ad analizzarne il contenuto organico. Se si rivelasse compatibile con materiale ematico e associabile a uno degli indagati, potrebbe costituire un elemento aggiuntivo nella valutazione dell’intera vicenda.
Un’eventuale esclusione di Stasi, d’altra parte, potrebbe aprire uno scenario in cui emerge il coinvolgimento di un secondo soggetto. L’ex procuratore Mario Venditti ha difeso la scelta di archiviazione nei confronti di Sempio in passato, spiegando come a quel tempo mancassero riscontri oggettivi e come le prove disponibili fossero ritenute inutilizzabili con gli strumenti disponibili.