Garlasco, il caso Poggi si riaccende: l’avvocato di Andrea Sempio rilancia una teoria inedita

L’avvocato di Andrea Sempio avanza una teoria personale sul caso Poggi, sostenendo che Chiara avrebbe scoperto un segreto scomodo e tirando in ballo contesti religiosi locali, ma precisa che si tratta solo di un’ipotesi senza prove concrete.

Garlasco, il caso Poggi si riaccende: l’avvocato di Andrea Sempio rilancia una teoria inedita

Garlasco, il caso Poggi si riaccende: l’avvocato di Andrea Sempio rilancia una teoria inedita A distanza di quasi vent’anni dalla scomparsa di Chiara Poggi, il giallo di Garlasco torna al centro del dibattito pubblico. Questa volta, a riaccendere i riflettori sul caso è l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, giovane originario della zona all’epoca indagato e poi archiviato.

In un’intervista rilasciata a La Repubblica, il legale ha condiviso una teoria personale, nata – come lui stesso precisa – da un sogno e da una lunga osservazione del contesto territoriale. Secondo Lovati, Chiara Poggi sarebbe stata eliminata per aver scoperto qualcosa che “non doveva sapere”, con un collegamento – suggestivo ma non documentato – a certe realtà parrocchiali del territorio. Il legale parla di pratiche discutibili che sarebbero avvenute nella periferia di Garlasco, in particolare riferendosi a incontri settimanali legati a rituali religiosi, che anni dopo sarebbero stati oggetto di attenzioni mediatiche per presunte condotte inappropriate.

«So che i fatti sono successivi di cinque anni – dichiara Lovati – ma chi conosce la zona sa che certe cose accadevano anche prima». Secondo l’avvocato, dunque, Chiara avrebbe avuto accesso a informazioni riservate o sensibili, e questo l’avrebbe messa in una posizione rischiosa. Lovati tiene a precisare che si tratta di una sua teoria personale, senza riscontri oggettivi, e la presenta come “un sogno”, per sottolinearne il carattere speculativo.

Eppure, non manca di sottolineare come, nella storia recente, ci siano stati altri casi in cui giovani donne sono sparite o sono state coinvolte in circostanze opache e mai del tutto chiarite. Il riferimento esplicito è alla vicenda di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa nel 1983, sulla quale ancora oggi esistono numerose ipotesi. L’avvocato torna poi sulla posizione di Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara, condannato in via definitiva. Lovati non lo ritiene il responsabile diretto, ma lo accusa di non aver raccontato la verità su quanto avvenuto il giorno del ritrovamento.

A suo dire, Stasi sarebbe stato “imbeccato” e, per questo, avrebbe fornito versioni contraddittorie. Una protezione – insinua – per evitare conseguenze più gravi. «Non aveva scelta. La sua vita sarebbe stata in pericolo», aggiunge il legale. Sul suo assistito, Andrea Sempio, Lovati ribadisce con fermezza l’estraneità ai fatti. «Non ha mai avuto nulla a che fare con quegli ambienti. È un ragazzo con idee forti, un comunista, un po’ solitario, ma innocente. È provato, ma sereno».

Infine, annuncia che la difesa contesterà le consulenze tecniche prodotte finora e presenterà proprie relazioni, qualora si riaprisse un procedimento. Le parole di Lovati sono destinate a far discutere e riaccendere l’interesse mediatico su una delle vicende giudiziarie più complesse e seguite degli ultimi decenni. Ma, come lo stesso avvocato ammette, tra teorie, sogni e intuizioni, l’unico arbitro rimane il giudice, qualora si dovesse davvero tornare in aula.

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