Gabriela Trandafir e la figlia: carabiniere a processo per omissioni nella denuncia

Gabriela Trandafir aveva segnalato in anticipo problemi con il marito, ma il carabiniere incaricato non agì: ora dovrà affrontare un processo per rifiuto o omissione di atti d’ufficio.

Gabriela Trandafir e la figlia: carabiniere a processo per omissioni nella denuncia

Il caso di Gabriela Trandafir e della figlia Renata torna all’attenzione della giustizia italiana, questa volta con un procedimento a carico del carabiniere che raccolse la denuncia della donna senza dare seguito alle azioni necessarie.

Il 20 gennaio prossimo, il luogotenente imputato sarà processato con giudizio immediato per rifiuto od omissione di atti d’ufficio, un’accusa derivante dal mancato intervento quando Gabriela Trandafir aveva segnalato problemi legati al marito Salvatore Montefusco. L’udienza preliminare, inizialmente fissata, è stata sostituita dalla decisione del Gip del tribunale di Modena, Barbara Malavasi, che ha accolto la richiesta del militare, difeso dall’avvocato Cosimo Zaccaria, di andare direttamente a processo.

La denuncia era stata presentata il 13 luglio 2021, ma non era stata gestita correttamente; la Procura ha evidenziato che le indagini non furono avviate nei tempi stabiliti, situazione che ora porta al procedimento legale contro il carabiniere. L’avvocato Barbara Iannuccelli, che assiste la famiglia di Gabriela e Renata, ha sottolineato come la decisione della Procura di procedere sia indipendente dalla volontà dei parenti, i quali non hanno sporto denuncia nei confronti del militare.

È un procedimento nato su esclusivo impulso della Procura di cui condividiamo gli intenti, pur non essendo forza motrice”, ha dichiarato. Questo chiarisce che l’iniziativa legale nasce dall’esigenza di verificare la corretta gestione delle denunce e delle responsabilità professionali. Il caso aveva già visto una condanna definitiva per Salvatore Montefusco, con la Corte d’Appello che ha riformato la pena iniziale a 30 anni, confermando l’ergastolo.

L’attenzione ora si sposta sull’operato del carabiniere, elemento che evidenzia la necessità di un’adeguata gestione delle segnalazioni da parte delle forze dell’ordine. La vicenda porta alla luce le lacune nel trattamento delle denunce e nella protezione preventiva delle persone che segnalano situazioni di rischio all’interno delle famiglie. Il processo previsto per gennaio rappresenta un momento importante per il sistema giudiziario, volto a chiarire responsabilità e procedure, oltre a rafforzare la fiducia nelle istituzioni. Per la famiglia Trandafir, pur non essendo promotrice del procedimento, il dibattimento può contribuire a ottenere risposte sulle mancanze riscontrate nella gestione della denuncia, assicurando che episodi simili siano trattati con maggiore attenzione in futuro.

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