Francis Kaufmann verso l’Italia: estradizione confermata e indagini sui fondi pubblici del film mai uscito

La Corte greca ha autorizzato l’estradizione di Francis Kaufmann, coinvolto nel caso di Villa Pamphili; intanto la Procura indaga sulla gestione di oltre 860.000 euro ottenuti per un progetto cinematografico mai realizzato.

Francis Kaufmann verso l’Italia: estradizione confermata e indagini sui fondi pubblici del film mai uscito

La vicenda di Francis Kaufmann si arricchisce di un nuovo capitolo decisivo. L’uomo, attualmente detenuto in Grecia, sarà presto estradato in Italia dopo che la Corte d’Appello di Larissa ha dato parere favorevole al trasferimento. La decisione, maturata al termine di un’attenta valutazione delle richieste delle autorità italiane, apre ufficialmente la strada al suo rientro, dove dovrà rispondere davanti alla giustizia dei fatti avvenuti a Roma, nel contesto di Villa Pamphili. Parallelamente all’iter giudiziario, proseguono anche le indagini economiche a carico di Kaufmann.

Questa mattina, su mandato della Procura di Roma, la polizia giudiziaria ha sequestrato la documentazione relativa alla produzione cinematografica avviata dal regista americano. I documenti, conservati presso la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, fanno riferimento a un finanziamento di 863.000 euro, ottenuto sotto forma di tax credit per la realizzazione di un film mai distribuito.

L’obiettivo degli inquirenti è chiarire la destinazione di questi fondi e verificare eventuali irregolarità nei movimenti economici legati alla figura di Kaufmann. L’analisi della documentazione fiscale e contabile potrebbe infatti rivelare elementi utili per comprendere meglio il contesto personale e professionale dell’indagato. Gli investigatori vogliono accertare se parte di quelle risorse pubbliche siano state impiegate per finalità diverse da quelle dichiarate, e se possano in qualche modo essere correlate alle vicende oggetto di indagine penale.

Con l’estradizione ormai certa, Francis Kaufmann sarà preso in carico dalle autorità italiane entro pochi giorni. Una volta arrivato, verrà trasferito in un istituto penitenziario in attesa di giudizio. Il procedimento giudiziario sarà di competenza della Corte d’Assise, trattandosi di reati molto gravi per i quali il nostro ordinamento prevede pene estremamente severe.

Le accuse a suo carico sono quelle di omicidio volontario aggravato, in riferimento alla compagna Anastasia Trofimova e alla figlia Andromeda. Gli elementi raccolti dall’accusa indicano un gesto premeditato, aggravato da diversi fattori: il legame familiare con le vittime, l’età della bambina e la successiva fuga all’estero.

Questi fattori rendono concreta la possibilità di una condanna all’ergastolo, la pena massima prevista dalla legge italiana. Sebbene al momento l’impianto accusatorio appaia molto solido, non si esclude che, nel corso del procedimento, possano emergere elementi attenuanti.

Una collaborazione con la giustizia, una confessione o la dimostrazione di disturbi psichiatrici potrebbero influire sull’entità della condanna. Tuttavia, anche in presenza di attenuanti, si tratterebbe comunque di una pena pesante, potenzialmente compresa tra i ventiquattro e i trent’anni di reclusione

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