Firenze, il caso delle studentesse stuprate dai Carabinieri: un collega incastra l’altro

Si ritorna a parlare del caso di stupro del settembre 2017, quando due studentesse americane hanno denunciato la violenza subita da due Carabinieri. Uno dei due militari parla ed incastra il collega.

Firenze, il caso delle studentesse stuprate dai Carabinieri: un collega incastra l’altro

Era il 7 settembre 2017 quando l’intero paese è stato scosso dalla notizia che vedeva due Carabinieri di Firenze denunciati per aver compiuto una violenza sessuale su due studentesse americane. Una vicenda che fin da subito ha fatto parlare, poichè i due militari si sono detti innocenti sin dal primo interrogatorio. Ora, a distanza di più di un anno, uno dei due Carabinieri ha parlato incastrando il collega.

E’ stato il giudice Fabio Frangini ad emettere la sentenza e a condannare così il Carabiniere Marco Camuffo per 4 anni e 8 mesi di reclusione. Ad essere risultata essenziale per questa sentenza, è la confessione fatta dal collega Pietro Costa, che con poche parole rilasciate agli investigatori ha confermato la violenza sessuale contro il volere della studentessa.

La confessione

Le dichiarazione fatte da Pietro Costa sono state essenziali per la condanna emessa dal giudice Frangini. Il collega infatti, ha affermato di aver sentito la ragazza abusata da Camuffo mentre urlava “no, che cosa fai?“, confermando così, come afferma lo stesso giudiche, che il rapporto sessuale è avvenuto ed è stato contro la volontà della vittima.

Frangini afferma anche che essendo stato il collega ad aver sentito il chiaro grido di dissenso della vittima, è impossibile che lo stesso Camuffo non si fosse reso conto del chiaro volere della ragazza di non essere toccata. Per questo la dichiarazione del collega Costa ha incastrato ufficialmente il Carabiniere, mettendo un punto alla prima udienza del caso e condannando Camuffo a 4 anni e 8 mesi di carcere.

Per Pietro Costa ci sarà un processo con rito ordinario per aver abusato della seconda studentessa presente quella sera, ed avrà inizio il 10 maggio di quest’anno a Firenze. Da una delle due vittime arrivano poche parole: “per lui questa sentenza è troppo poco“.

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