Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 agosto, Firenze è stata teatro di un audace furto ai danni della boutique Dior di via Strozzi, nel cuore del centro storico. Una banda di ladri ha approfittato delle ore notturne per intrufolarsi nel negozio, portando via borse e capi d’abbigliamento per un valore stimato intorno ai 200 mila euro. L’allarme è scattato intorno alle 3 del mattino, quando la vigilanza privata ha notato un denso fumo all’interno del locale, inizialmente scambiato per un incendio.
Le indagini hanno subito chiarito che si trattava del sistema anti-rapina della boutique: i nebbiogeni, progettati per ridurre la visibilità in caso di intrusione, si erano attivati con l’ingresso dei malviventi. Nonostante questo meccanismo di sicurezza, i ladri sono riusciti a completare il colpo, suggerendo un’azione pianificata e molto preparata.
Secondo le ricostruzioni, l’accesso alla boutique non sarebbe avvenuto dalla strada principale, ma attraverso l’edificio adiacente di via Sassetti. I malviventi hanno forzato la porta dell’atrio che conduce alle cantine e successivamente una porticina interna che collega direttamente al negozio Dior. La modalità con cui è stato effettuato l’ingresso evidenzia una conoscenza dettagliata della struttura, elemento che fa ipotizzare la presenza di più persone, con compiti distinti, tra cui quelli dei cosiddetti “pali” disposti agli angoli delle strade per monitorare eventuali movimenti della polizia o di passanti.
Le forze dell’ordine hanno subito avviato le indagini, esaminando le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza pubbliche e private presenti nella zona, strumenti fondamentali per ricostruire i percorsi dei ladri e identificare eventuali complici. La polizia sta inoltre verificando eventuali movimenti sospetti nei palazzi adiacenti e nelle strade circostanti, puntando a risalire all’organizzazione del colpo e agli autori materiali. Il maxi furto di via Strozzi segna un episodio significativo per la città, non solo per l’entità del bottino, ma anche per il modo mirato e coordinato con cui è stato realizzato.
La boutique Dior, simbolo dell’alta moda internazionale, rappresenta un obiettivo di grande valore, e l’episodio sottolinea quanto sia complessa la protezione di locali di lusso in centri storici, dove la densità di edifici e passaggi può facilitare vie di fuga nascoste. Oltre alla polizia, sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, chiamati per la gestione del fumo prodotto dai nebbiogeni, e la vigilanza privata, che ha permesso di segnalare immediatamente l’accaduto. La comunità fiorentina resta ora in attesa di aggiornamenti sulle indagini, mentre la boutique Dior dovrà fare i conti con le conseguenze economiche e operative del colpo, valutando eventuali rafforzamenti dei sistemi di sicurezza per prevenire simili episodi in futuro. L’episodio riporta l’attenzione sull’importanza di sistemi di sorveglianza integrati, che uniscano tecnologia e presidio umano, soprattutto in contesti urbani storici e centrali, dove le opportunità per intrusioni mirate possono essere maggiori. Firenze, città di arte e cultura, affronta così un nuovo capitolo in tema di sicurezza commerciale e protezione dei beni di lusso.