Feltri: "A me degli immigrati non fotte un c…..Non vado in Sicilia, figuriamoci in Africa"

Le dichiarazioni rilasciate da Vittorio Feltri, alla trasmissione radiofonica "La Zanzara" su Radio 24, non sono certamente passate inosservate: seguendo se stesso, il giornalista non si è smentito.

Feltri: "A me degli immigrati non fotte un c…..Non vado in Sicilia, figuriamoci in Africa"

Vittorio Feltri ha rilasciato alcune inquietanti dichiarazioni alla trasmissione radiofonicaLa Zanzara” su Radio 24: “A me degli immigrati non fotte un cazzo, li vedo solo dalla mia berlina. Portano non solo malaria ma anche tbc e piattole. Gli africani non lavorano, per questo vivono nella merda. Io in Africa? Mai andato in Sicilia, figuriamoci in Burkina Faso”.

A seguito del decesso della bambina a causa della malaria, il giornalista ha espresso pienamente il proprio ardito, controverso, opinabile, pensiero, senza filtri, affermando che il quotidiano “Libero” non è impazzito e non scrive titoli scandalistici inventati: gli immigrati, secondo Feltri, portano miseria, malattie, i casi di tbc sono raddoppiati negli ultimi sei mesi, l’immigrazione incontrollata e selvaggia veicola malattie che oramai avevamo sconfitto come la malaria.

“Queste malattie hanno ripreso a mietere vittime e quindi sostenere che portano malattie significa dire la verità, una verità che l’ipocrisia della sinistra in particolare cerca di diminuire e coprire. Chi ci critica o è in malafede o è cretino”. Sull’onda denigratoria, ha attaccato David Parenzo: secondo il giornalista, parla di immigrati ma non li ha mai visti, come ammette che, del resto, non li ha mai visti neppure lui, solo per strada ma in macchina, sulla sua bella berlina. Feltri ha quindi precisato, con una certa eleganza, che “a me degli immigrati non me ne fotte un cazzo”.

Feltri intende sottolineare che non ce l’ha con gli immigrati, ma che è evidente come i flussi migratori portino la tbc e che non possiamo attribuire la responsabilità dei contagi agli svizzeri, austriaci o tirolesi. Ribadisce che “Libero” registra la scomoda realtà dei fatti, nella loro cruda essenzialità, la tangibilità che certe malattie arrivano in Italia e che non le portano gli svizzeri: l’80% dei malati di malaria sono africani, “ma chi è quel coglione che va nel Burkina Faso?!”

Il giornalista afferma che arrivano 3000 africani al giorno che contribuiscono a portare di tutto, comprese le piattole, e la scabbia. Nell’ultima detonazione, è arrivato ad affermare che gli africani sono persone che hanno dimostrato di non avere una gran cultura del lavoro, tant’è vero che vivono nella merda, rincarando poderosamente la dose sul fatto che si guarda bene dall’andare in Africa: del resto. non va neppure in Sicilia.

Nicola Marini, il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, e Giuseppe Giulietti con Raffaele Lorusso, dicono che i titoli di prima pagina di “Libero” e de “Il Tempo“, sulla morte per malaria della bambina trentina, rimembrano la “caccia all’untore” di manzoniana tradizione, e screditano la professione di giornalisti.

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