Fabrizio Corona non rispetta il distanziamento sociale: diffidato dal Tribunale di Sorveglianza

L’ex re dei paparazzi, agli arresti domiciliari, è stato diffidato dal Tribunale di Sorveglianza, per aver ricevuto più volte in casa il suo personal trainer

Fabrizio Corona non rispetta il distanziamento sociale: diffidato dal Tribunale di Sorveglianza

Ancora guai per Fabrizio Corona. L’ex re dei paparazzi ha ricevuto una diffida dal Tribunale di Sorveglianza, per il mancato rispetto delle norme sul distanziamento sociale, attualmente in vigore per contenere la diffusione del COVID-19.

In una nota emessa dalla Questura di Milano, si apprende che Corona, nonostante fosse sottoposto alla detenzione domiciliare, ha consentito più volte che il suo personal trainer accedesse alla sua abitazione, con i ben noti rischi di contagio. La polizia ha anche rintracciato il personal trainer nei pressi della propria abitazione, notificandogli una multa per spostamento dal proprio domicilio, in assenza di comprovate necessità.

Già qualche settimana fa, quando le ben note restrizioni per fronteggiare l’epidemia coronavirus erano in vigore, Fabrizio Corona aveva postato, sulle proprie stories Instagram, i suoi allenamenti, nel quale era visibile la presenza in casa del suo personal trainer. In quella occasione, il suo allenatore, veniva ripreso mentre arrivava in moto nel giardino della residenza di Corona. Successivamente l’ex paparazzo pubblicizzava la vendita sul suo sito Adalet, di mascherine “estetiche”, non omologate, al costo di 12 Euro.

Dopo questa diffida formale da parte del Tribunale di Sorveglianza, l’ex re dei paparazzi dovrà rispettare le regole senza ulteriori possibilità di errore, pena anche la revoca degli arresti domiciliari. Corona è stato condannato definitivamente il 18 gennaio 2015 dalla Cassazione, a 13 anni e 2 mesi di reclusione, una pena che dovrebbe finire di scontare nel marzo 2024.

Dal 7 dicembre dello scorso anno, ha lasciato il carcere milanese di San Vittore, per scontare la pena in detenzione domiciliare, a seguito del provvedimento del giudice del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che aveva appurato ci fossero le condizioni soggettive ed oggettive, per consentirgli di curare la sua patologia psichiatrica al di fuori del carcere. Tali benefici gli erano già stati concessi in altre due occasioni, e poi revocati per il suo comportamento. Infatti, Corona, non aveva resistito, tra l’altro, alla partecipazione a programmi televisivi.

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