Elena Cecchettin contestata da una donna con il rosario in mano durante il suo monologo

Elena Cecchettin, attivista e sorella di Giulia Cecchettin, ha parlato al Salone del Libro di Torino. Con un monologo di dieci minuti, ha sfidato le convenzioni sul concetto di forza, proponendo di esplorare forme di potere non oppressive.

Elena Cecchettin contestata da una donna con il rosario in mano durante il suo monologo

Nell’ambito del Salone del Libro di Torino, ieri pomeriggio, una voce potente e vibrante ha risuonato nell’Arena Robinson Repubblica. Elena Cecchettin, attivista e sorella di Giulia Cecchettin, tragicamente scomparsa il 11 novembre 2023 dall’ex fidanzato, ha preso la parola davanti a un pubblico attento e coinvolto.

Indossando una t-shirt nera con scritto “Stop al genocidio” e i capelli raccolti in trecce, Elena ha letto il suo monologo di dieci minuti, un intenso appello alla riflessione sull’idea stessa di forza, sottolineando la necessità di esplorare altre forme di potere che non si fondano su oppressione e coercizione.

L’intervento ha avuto luogo sotto gli occhi attenti del padre, Gino Cecchettin, autore del libro “Cara Giulia” pubblicato da Rizzoli in collaborazione con Marco Franzoso, che narra la vita della giovane Giulia. Il silenzio rispettoso del pubblico è stato interrotto solo da un episodio di contestazione da parte di una donna con un rosario in mano, che ha accusato Elena e il movimento femminista di minare i principi della famiglia tradizionale, prima di essere allontanata dalla sicurezza.

Il dibattito è proseguito con un dialogo con Alessandra Chiricosta su “Resistenza femminista: la forza di liberare il proprio spazio“, un tema che ha scatenato una riflessione profonda tra gli ascoltatori. Elena Cecchettin ha scelto di non interagire con i giornalisti e di evitare le fotografie, ma il suo messaggio è chiaro e si fa strada nel dibattito pubblico: è tempo di riconsiderare le nostre concezioni di potere e forza, abbracciando alternative che promuovano l’uguaglianza e il rispetto per tutti gli individui.

Con un pubblico che ha lasciato l’arena visibilmente commosso e riflessivo, è chiaro che il monologo di Elena Cecchettin non sarà presto dimenticato, e il suo invito a esplorare nuove forme di potere risuonerà nelle coscienze di molti, influenzando il discorso sulla parità di genere e sui diritti umani per il futuro.

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