Dopo l’autopsia dell’architetto ucciso a Sarzana, è giallo

Si fa strada l'ipotesi del suicidio, però vengono controllati i due ragazzi che dopo aver trovato il corpo di Di Negro potrebbero aver preso il revolver calibro 38 special di proprietà del padre. Però, forse, c'è un biglietto di addio.

Dopo l’autopsia dell’architetto ucciso a Sarzana, è giallo

La Spezia. Resta, ancora, un mistero la morte di Giuseppe Stefano Di Negro, architetto spezzino, avvenuta a Sarzana. Gli inquirenti, ora, hanno ancora dubbi: si tratta di un omicidio o di un suicidio? Molto ha detto l’autopsia disposta dal magistrato di turno eseguita ieri, e molto diranno i testimoni che, anche se pochi, aiuteranno la polizia a ricostruire le ultime ore dell’architetto Di Negro.

Di Negro era un professionista stimato. Gli amici più stretti lo definiscono una persona dal comportamento inappuntabile. Si era laureato al Politecnico di Milano, durante la sua carriera aveva lavorato sia nel settore pubblico che in quello privato, a La Spezia, in Lunigiana, e in Toscana.

Ora, gli investigatori del commissariato di Sarzana e della squadra mobile della Questura della Spezia stanno facendo verifiche sul telefono cellulare ed il computer di Di Negro, con l’obiettivo di fare ricostruzioni sulle relazioni e i movimenti della vittima, soprattutto nella sera dell’omicidio.

Le probabilità, per ora, sono che Di Negro si sia recato volontariamente nel luogo, dove è stato ritrovato agonizzante, e dove poi avverrà la sua morte, per incontrare qualcuno. Ricostruendo, la sua partenza da casa dei genitori risale alle ore 20. Poi, poco dopo, è uscito ed è stato ritrovato più tardi in fin di vita sul ciglio di una strada che dista poche centinaia di metri dall’abitazione dei genitori, seminascosto dalla sua autovettura. Poco dopo le 21, due ragazzi di vent’anni ne hanno notato il corpo, e hanno chiamato il 112 e il 118. Quando i soccorsi sono arrivati sul posto, ormai, era troppo tardi.

La pistola introvabile è stata infatti “trattenuta” dai due ragazzi che hanno ritrovato il corpo di Di Negro. Il revolver, dopo un lungo interrogatorio, è stato riconsegnato alla polizia. Permane, quindi, il giallo anche se parzialmente sciolto dell’autopsia durante la quale il medico legale ha trovato il foro d’entrata del proiettile nella bocca di Di Negro. Il proiettile è però talmente vecchio e maltenuto che non ha avuto la potenza per uscire dalla teca cranica, ed ha solo provocato la ferita dato che non è uscito del tutto. Ecco il motivo per il quale il proiettile è stato ritrovato. Questo comporta la necessità di praticare lo stub, cioè il cosiddetto guanto di paraffina sulle mani di Di Negro per verificare se sia stato proprio lui a premere il grilletto.

I due ragazzi che hanno trovato Di Negro potrebbero essere accusati di aver alterato la scena del crimine, ma anche per loro ci sarà la prova del guanto di paraffina. Si parla di un biglietto di addio da parte di Di Negro, di cui la polizia non conferma ancora la presenza. Se veramente presente, questo giallo avrà la sua fine.

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