Tornano a parlare i compagni di classe di Domenico Maurantonio, il ragazzo morto in gita a Milano cadendo dal 5° piano dell’Hotel da Vinci, e lo fanno dopo aver spiegato il motivo del loro silenzio nei giorni successivi alla tragedia. “L’unica ipotesi che abbiamo fatto è che Domenico possa aver avuto un problema neurologico e che in stato confusionale abbia scambiato la porta d’uscita della camera con quella del bagno che era di fianco“.
E’ questa l’ipotesi di uno dei due ragazzi intervistati dal Mattino di Padova, che continuano affermando di non sapere effettivamente cosa sia successo quella notte. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, in cui i genitori di Domenico Maurantonio si stupivano del fatto che i compagni di classe non volessero raccontare quello che avevano visto (con la madre che si è anche lasciata andare a dichiarazioni pesanti), i ragazzi ancora una volta si difendono dall’accusa di essere omertosi.
Quello che è successo la sera del 10 maggio, resta un mistero anche per loro, ma i giovani, probabilmente spinti dal voler dimostrare di tenere al loro compagno di classe, per dichiarare pubblicamente quello che sanno di quella maledetta sera: “In camera nostra non c’è stato alcun festino. Eravamo tutti molto stanchi. Svegli dalle 5.30 del mattino precedente, avevamo affrontato il viaggio, camminato tutto il giorno sotto al sole all’Expo. Nessuno era ubriaco. Abbiamo bevuto in cinque una bottiglia di liquore alla prugna“, affermano i due giovani.
Raccontano, poi, le ultime discussioni avute con Domenico Maurantonio prima della sua morte: “Discutevamo di scuola, dei professori, delle ragazze della classe, delle nostre fidanzate. Scherzavamo, facevamo battute, e Domenico con noi. Era sereno, come sempre“. Una tragedia, dunque, che sembra ancora lontana da una soluzione; quel che è certo, però, è che i compagni di classe di Domenico Maurantonio non ci stanno a passare per omertosi.