Il 14 giugno del 2014, Carlo Lissi si rese protagonista di un efferato triplice omicidio: l’uomo uccise la moglie Maria Cristina Omes, 38 anni, ed i due figli, Giulia di 5 anni e Gabriele di 20 mesi.
Dopo aver compiuto l’assassinio Lissi si recò, come se nulla fosse, a casa di amici per vedere la partita Italia-Inghilterra; al termine della partita tornò a casa e chiamò i carabinieri sostenendo di aver trovato la casa a soqquadro ed i corpi di moglie e figli.
Carlo Lissi voleva far credere che in sua assenza era avvenuta una rapina, poi finita male, ma gli inquirenti non gli credettero e bastò un lungo interrogatorio per farlo cedere e confessare.
Lissi confessò il triplice omicidio: uccise Maria Cristina nella tavernetta, dopo che avevano avuto un rapporto intimo, con 7 coltellate; poi salì al piano di sopra, dove Giulia e Gabriele dormivano, ed uccise anche loro.
Il motivo? Si era innamorato di un’altra donna, una sua collega di lavoro. Dichiarò di essersi innamorato follemente di questa donna, di essersi anche dichiarato ma che fu respinto. L’uomo considerava la sua famiglia l’unico ostacolo all’inizio della storia d’amore con la sua collega, un ostacolo da eliminare.
Oggi il tribunale di Pavia ha condannato Carlo Lissi all’ergastolo per triplice omicidio, accogliendo la richiesta del pm Giovanni Benelli. L uomo ha scelto di avvalersi del processo con il rito abbreviato e per questo non dovrà scontare i 3 anni di isolamento che aveva stabilito il Gup di Pavia.
Il Giudice ha inoltre riconosciuto a Lissi le attenuanti generiche, seppur subordinate alle aggravanti contestate. Secondo l’avvocato di Lissi, Corrado Limentani, la concessione delle attenuanti apre la porta al ricorso in appello.
La madre di Maria Cristina, Giuseppina Radaelli, ha commentato la sentenza dichiarando: “Sono soddisfatta, lui è stato malvagio con chi gli voleva bene”.