Delitto di Cardito: arrestata la mamma del piccolo Giuseppe

Omicidio aggravato dalla crudeltà. E' questa l'accusa per la mamma che diceva di non esser riuscita a fermare il suo compagno mentre massacrava di botte, uccidendolo, suo figlio Giuseppe di appena 7 anni.

Delitto di Cardito: arrestata la mamma del piccolo Giuseppe

“Non sono riuscita a fermarlo” così diceva agli inquirenti che la interrogarono nell’immediatezza dei fatti. “Era la prima volta che lo faceva” aggiungeva tra le lacrime. Sotto shock, impietrita e incapace di capire la gravità delle ferite inferte al bambino col manico della scopa. Non aveva capito tanto da provare a medicarlo con una comune pomata da contusioni mentre il bimbo, sul divano, moriva lentamente dopo il brutale pestaggio.

Ad allertare i soccorsi, quando ormai purtroppo era già tardi, era stato il fratello del colpevole che, arrivato in casa della coppia, avrebbe subito capito la sconvolgente gravità della situazione.
Dopo tre mesi dai tragici fatti, il Gip non ha avuto dubbi ed il tribunale di Napoli ha disposto l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la madre del bambino.

La donna non solo mentiva, ma si sarebbe anche data da fare per eliminare le tracce di sangue in casa. I suoi tre figli, che avrebbe dovuto proteggere, subivano da tempo violenze – mai denunciate dalla donna – tanto che, spesso, andavano a scuola con lividi giustificati come cadute mentre giocavano; attività ludica che, tra l’altro, ai bimbi veniva impedita. Non gli era infatti permesso di stare insieme agli altri coetanei nel cortile della casa di Cardito dove la donna si era trasferita a vivere con il compagno violento, già agli arresti da quel maledetto 27 gennaio.

Alla donna erano già state tolte le due bambine e adesso arriva l’arresto per omicidio aggravato da futili motivi e crudeltà nei confronti del piccolo Giuseppe e di tentato omicidio nei confronti dell’altra bambina, Noemi di 8 anni, coinvolta anche lei nelle violenze abituali e di quel giorno in particolare ma, fortunatamente, sopravvissuta.

Proprio grazie alle testimonianze della bambina, che ora è in una struttura protetta, seguita da cure amorevoli, gli inquirenti sono riusciti a disegnare un quadro chiaro di quanto avveniva in quella casa.

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