È stata ufficialmente notificata ad Andrea Cardelli, 41 anni, e Alessia Di Pancrazio, 26 anni, l’ordinanza di custodia cautelare nella casa circondariale firmata dal giudice per le indagini preliminari Lorenzo Prudenzano. I due sono ritenuti responsabili in concorso del delitto volontario e dell’occultamento di salma di Martino Caldarelli, il falegname e dj di 48 anni originario di Isola del Gran Sasso, trovato senza vita lo scorso 11 aprile in circostanze bruttissime. I sospettati si trovavano già reclusi per un’altra vicenda dai contorni altrettanto inquietanti: nei giorni precedenti al delitto, infatti, erano stati arrestati con l’accusa di furto e sequestro di persona, ai danni di un uomo che, fortunatamente, era riuscito a fuggire e denunciare l’affronto.
Proprio a partire dalla denuncia dell’uomo e dagli elementi raccolti nel corso delle indagini, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Teramo sono riusciti a ricostruire un quadro ben più ampio e inquietante, arrivando così a collegare i due anche all’efferato delitto di Caldarelli. Parallelamente, le indagini hanno portato a sequestri fondamentali per chiarire la dinamica del delitto. Tra i reperti recuperati vi è una lama da macello, considerato l’arma del delitto: si tratta di un modello professionale, prodotto in una fabbrica specializzata di Isernia, comunemente utilizzato nel settore alimentare.
Gli investigatori ne avevano cercato le tracce fin dalle primissime ore dell’inchiesta e ora, con il suo rinvenimento, si apre una nuova fase dell’indagine. Insieme alla lama, sono stati sequestrati anche una pala in ferro bruciata, che si ipotizza possa essere stata usata per colpire ulteriormente l’uomo, e una tenda, probabilmente impiegata per avvolgere il corpo prima del tentativo di occultamento. Tutti questi oggetti, attualmente sotto sequestro, verranno analizzati in laboratorio dal RIS per la ricerca di tracce biologiche, impronte e residui che possano fornire riscontri oggettivi sull’effettivo utilizzo nel contesto del delitto.
Questi nuovi elementi rappresentano una svolta cruciale nelle indagini, poiché rafforzano le ipotesi investigative e rendono sempre più solido il quadro accusatorio nei confronti di Cardelli e Di Pancrazio. La lama, in particolare, risulta al momento uno degli oggetti più significativi dal punto di vista forense, e potrebbe fornire la prova definitiva del coinvolgimento diretto dei due indagati. Nel frattempo, si attende a breve tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima l’interrogatorio di garanzia, durante il quale Cardelli e Di Pancrazio saranno chiamati a rispondere formalmente delle accuse dinanzi al giudice.
Un passaggio fondamentale per cercare di far luce sui moventi, sulle dinamiche e sulle responsabilità individuali in un delitto che ha profondamente scosso l’opinione pubblica e segnato nel profondo la comunità teramana. Il decesso di Martino Caldarelli, uomo conosciuto e apprezzato per il suo lavoro e la sua passione per la musica, ha lasciato un vuoto triste e aperto interrogativi che ora le indagini stanno cercando di chiarire, passo dopo passo, con l’ausilio della scienza e della giustizia.