Il Coronavirus continua a propagarsi per tutta l’Italia, attivando nuovi focolai: notizia dell’ultima ora, infatti, è quella del contagio di 59 suore in due conventi nei pressi di Roma, mentre a Vò Euganeo, dopo giorni in cui si erano registrati zero contagi, si è riscontrato un nuovo caso, mantenendo così sempre alta l’attenzione sul piccolo paesino veneto.
L’Italia sta combattendo una dura battaglia contro un nemico invisibile e subdolo, che sta mietendo tante vittime, specialmente nella popolazione più anziana. Hanno fatto il giro del mondo le immagini dei camion dell’esercito che nei giorni scorsi hanno trasportato una settantina di bare da Bergamo in altre località, a causa della congestione del forno crematorio del camposanto locale, che non riesce a cremare tutti i feretri.
Preoccupazione per i nuovi focolai e i contagi
Mentre i medici sono in prima linea per continuare con coraggio e determinazione a salvare quante più vite possibili, si registrano nuovi preoccupanti focolai di Coronavirus nel nostro Paese. Nelle ultime ore, infatti, l’intero comune di Fondi in provincia di Latina è stato definito come zona rossa a causa delle 50 persone positive al Covid-19 e delle 600 persone messe in sorveglianza ed isolamento domiciliare.
Oltre alla grave emergenza che si vive al momento nella bergamasca e a Brescia, a preoccupare il governo e gli uomini della Protezione Civile sono dunque i nuovi focolai che si stanno registrando in tutta Italia. Ecco in tal senso le parole del prof. Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità: “Si sono accesi altri focolai e ciò è probabilmente legato al fatto che la gente si è mossa in massa fino a 10 giorni fa, prima dell’entrata in vigore delle misure restrittive con l’indicazione di rimanere a casa. Focolai importanti ci sono a Bergamo e Brescia ma di nuovi se ne registrano anche in Emilia Romagna, Marche ed in Campania“.
Il 15% degli studenti rientrati in Puglia aveva la febbre
Dopo il grande esodo di persone che dal Nord Italia ha raggiunto le regioni del Sud, ora si fa sempre più concreta la possibilità che si attivino nuovi focolai anche in Puglia, Sicilia, Campania e Sardegna con un picco di contagi ed il conseguente collasso degli ospedali. Le parole del governatore della Puglia, Michele Emiliano, hanno denunciato che c’è stato un sensibile aumento di casi dopo l’ondata dei rientri: “Soltanto nell’ultimo fine settimana, circa il 15 per cento delle persone controllate nelle principali stazioni pugliesi avevano febbre o comunque sintomi influenzali. E molti dei genitori dei ragazzi rientrati dopo la chiusura delle università tre settimane fa, sono positivi al Coronavirus“.
Adesso la fuga dal Nord verso le zone del Sud Italia rischia di far saltare i sistemi sanitari locali, che non hanno a disposizione un numero di posti di terapia intensiva necessari per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Le persone rientrate dalla Lombardia e dal Veneto possono essere asintomatiche, dunque possono infettare i loro genitori e familiari.
“Stiamo curando molti genitori dei figli tornati dal Nord“, ha rivelato il primario del reparto di malattie infettive del Policlinico di Bari, Gioacchino Angarano. Nel corso della serata di giovedì 20 marzo 2020 il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un provvedimento limitato al periodo dal 21 al 25 marzo, riguardante una ulteriore limitazione sulle attività sportive, la chiusura di tutti i parchi e i giardini pubblici, il divieto di raggiungere le seconde case nel weekend. Il lockdown dell’Italia sembra durerà ancora per diverse settimane, e infatti i rumors più accreditati parlano di una proroga delle misure restrittive dal 3 aprile al 3 maggio.