Il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi ha recentemente riacceso il dibattito sul caro ombrellone in Italia, condividendo sui social una foto dal mare dell’isola greca di Naxos. L’immagine ritrae chilometri di spiaggia libera, sabbia pulita e dune intatte, con un servizio essenziale — due lettini e un ombrellone — offerto a dieci euro. «Ecco come dovrebbe essere la gestione delle spiagge», ha scritto Tozzi, aggiungendo un commento critico sulla situazione italiana.
Il post ha subito attirato l’attenzione dei cittadini e rilanciato la discussione sul modello di gestione dei litorali nel nostro Paese rispetto al resto d’Europa. In Grecia, l’accesso al mare è gratuito e garantito a tutti, con le aree attrezzate limitate a spazi ridotti e temporanei. Nessun biglietto d’ingresso né barriere separano cittadini e turisti dall’acqua, e la gestione delle spiagge punta su un equilibrio tra servizi offerti e libertà di accesso. Questo approccio permette di mantenere le coste pulite e fruibili, senza creare disparità tra chi può permettersi strutture a pagamento e chi preferisce godere del mare in maniera autonoma.
La situazione italiana presenta invece dinamiche molto diverse. Secondo Legambiente, nel nostro Paese sono presenti oltre 12.000 stabilimenti balneari, con una concentrazione che in alcune regioni, come Campania, Liguria ed Emilia-Romagna, arriva a occupare il 70% della costa. Questo riduce in maniera significativa la disponibilità di spiagge accessibili liberamente e aumenta il costo dell’esperienza balneare per famiglie e giovani.
Le concessioni spesso sono rilasciate per decenni, senza adeguati meccanismi di rotazione o gara pubblica, consolidando di fatto la proprietà privata di porzioni importanti di litorale. A livello europeo, le regole mostrano approcci più equilibrati. In Francia, le concessioni vengono assegnate tramite gare pubbliche con durata massima di 12 anni e almeno l’80% della spiaggia deve rimanere libera da strutture.
In Spagna, la privatizzazione della spiaggia non è consentita; è possibile affittare solo porzioni limitate di arenile per sdraio e ombrelloni, fino a un massimo del 50% dello spazio disponibile, e le licenze scadono dopo quattro anni. Questi sistemi favoriscono l’accesso equo alle coste e la tutela dell’ambiente, senza penalizzare chi desidera godere del mare in maniera indipendente. L’intervento di Tozzi sottolinea come in Italia permangano criticità nella gestione dei litorali, con impatti economici e sociali evidenti. La situazione invita a riflettere sulla necessità di riforme che possano garantire equilibrio tra attività economiche legittime e diritto dei cittadini a fruire del mare. La discussione si lega anche a temi di tutela ambientale, valorizzazione del territorio e accessibilità universale delle risorse naturali.