La vicenda ha origine nell’estate del 2021, quando un bracciante agricolo 38enne di Oria (oggi quarantenne), affetto da diabete mellito di tipo II, ricevette la seconda dose del vaccino Pfizer contro il Covid-19.
A circa due mesi da quella somministrazione, l’uomo fu colpito da un infarto. Secondo una perizia medico-legale commissionata dal suo legale, il vaccino potrebbe aver agito come concausa, contribuendo ad attivare o a peggiorare un quadro cardiovascolare latente. Il caso è ora all’attenzione legale: l’avvocato Fabrizio Del Vecchio ha infatti annunciato l’intenzione di presentare una diffida formale contro l’ASL di Brindisi, chiedendo un risarcimento pari a 100.000 euro.
La richiesta si fonda su una consulenza tecnica redatta dal dottor Luigi Di Gesù, che evidenzia come il vaccino, pur non essendo stato l’unico fattore, abbia potuto influire significativamente sullo sviluppo dell’evento cardiaco.
Secondo quanto riportato, il bracciante avrebbe sviluppato una grave disfunzione ventricolare sinistra e una tachicardia ventricolare, condizioni che oggi compromettono sensibilmente la sua capacità lavorativa. In particolare, lamenta affaticamento anche dopo piccoli sforzi, condizione che – sempre secondo la perizia – potrebbe rientrare in un danno biologico stimato nel 25% del totale.
L’approccio seguito dalla difesa si rifà all’articolo 41 del codice penale, che riconosce validità al concorso di più cause, anche preesistenti, qualora una di esse abbia avuto un ruolo determinante nell’evento. Il paziente, infatti, era già soggetto a fattori di rischio cardiovascolare (cardiomiopatia, dislipidemia e diabete), ma fino a quel momento non aveva mai avuto episodi ischemici documentati. Il referto medico sottolinea anche un principio della medicina legale: un evento acuto insorto dopo un trattamento sanitario, in un organismo predisposto, può costituire un nesso causale per concausa.
In tal senso, la vaccinazione potrebbe aver agito come fattore scatenante di un processo già presente ma latente. A livello nazionale, secondo i dati AIFA riferiti al 2021, le segnalazioni di miocarditi e pericarditi dopo la vaccinazione anti-Covid erano rare, con tassi rispettivamente di 2,7 e 4,1 casi per milione di dosi. Questi eventi, sebbene statisticamente contenuti, sono stati registrati in prevalenza tra i giovani di sesso maschile, entro le prime settimane dalla somministrazione.