Lo scorso 6 maggio la notizia che vedeva una 15enne stuprata, nei pressi di un parco a Bolzano mentre passava in bicicletta in ritorno da scuola, aveva sconvolto l’opinione pubblica e l’intera città, facendo scattare la solidarietà di molte associazioni e dello stesso comune di Bolzano, il cui sindaco aveva anche annunciato che l’amministrazione si sarebbe costituita parte civile all’eventuale processo ma, a distanza di quasi due mesi, arriva la verità dietro a questa terribile vicenda.
La presunta vittima di soli 15 anni, ha deciso di dichiarare al pm incaricato del caso e alla psicologa consulente della Procura, che l’intera confessione fatta riguardo lo stupro avvenuto era in realtà una bugia creata per attirare l’attenzione del proprio fidanzato.
Nessuna violenza, nessun colpevole nigeriano quindi che l’ha strappata dalla bicicletta con cui correva lungo il parco per raggiungere casa dopo aver terminato le lezioni scolastiche. La giovane non si sarebbe mai aspettata di attirare tanta attenzione mediatica, ed ha così inventato quella bugia senza pensare alle conseguenze.
Le indagini ed i sospettati
Nonostante i due mesi di indagini, gli inquirenti non erano riusciti ad ottenere delle prove che potessero aiutare nelle investigazioni. Inizialmente, sono stati fermati due sospettati, considerati i probabili aggressori della 15enne, per poi essere liberati poco dopo a causa della mancanza di riscontri. Anche le tracce biologiche e le eventuali impronte sul mezzo utilizzato dalla presunta vittima non sono state d’aiuto per le indagini, considerate difficili e in un punto morto. In questi giorni, però, è stato svelato il vero motivo che rendeva queste indagini tanto complicate da portarsi avanti.
Non è stata rilasciata l’identità della ragazza poiché minorenne, ma la speranza è che abbia compreso la gravità delle sue parole, seppur sapere che la violenza non è avvenuta ha fatto fare un respiro di sollievo ai molti concittadini.