Nell’arco di pochi mesi ci sono stati ben due casi di studenti morti in gita scolastica, e la cosa che forse lascia più perplessi è il fatto che la dinamica degli incidenti è praticamente uguale: sia nel caso di Domenico Maurantonio, che in quello di Elia Barbetti, fatale è stata infatti la caduta da una finestra d’hotel in piena notte.
Le precise dinamiche di questi gravi episodi sono tuttavia ancora da chiarire, ma alla luce di queste recenti sciagure viene da chiedersi: cosa combinano i ragazzi quando sono in gita? La risposta a questa domanda ci viene data da una recente indagine svolta da Skuola.net su un campione di 1500 studenti.
Il risultato non è certo entusiasmante: tra alcol, droga e risse, molti studenti sembrano avere una concezione del tutto opposta all’obiettivo del cosiddetto “viaggio d’istruzione”.
Ben 2 studenti su 5 hanno dichiarato di essere usciti di nascosto dall’hotel mentre erano in gita. Insomma, mentre i prof riposano, l’idea di un giretto notturno tra compagni di classe in una città sconosciuta sembra essere, a quanto pare, molto allettante.
1 studente su 4 si è ubriacato insieme ai suoi amici, e più del 13% ha consumato sostanze stupefacenti durante la gita. Nel 10% dei casi la droga in questione è lo spinello, ma c’è anche un preoccupante 3% che dichiara di avere assunto ecstasy o droghe pesanti.
Veniamo al sesso: 1 studente su 10 ha dichiarato di aver avuto almeno un rapporto sessuale completo in gita. Stessa percentuale vale per la violenza fisica: 1 intervistato su 10 ammette di aver partecipato ad una rissa, mentre il 13% degli studenti ha invece rivelato di aver assistito ad atti di violenza tra compagni.
Episodi molto gravi che, soprattutto dopo i tristi casi riguardanti la morte di Domenico ed Elia, meriterebbero delle pene severe. Alcuni studenti hanno addirittura fatto tali dichiarazioni: “Ho dovuto scavalcare da un terrazzo a un altro per raggiungere le mie amiche” e ancora, “Andavamo da una stanza all’altra dell’albergo passando sul cornicione”. Questi intervistati, per fortuna, possono ancora raccontarlo.