Un adolescente italiano di 15 anni è stato fermato in relazione a un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Venezia, dopo la scoperta di attività preoccupanti sui social e di materiali per la costruzione di @rmi in casa.
Il giovane è accusato di istigazione a delinquere, apologia di atti legati al terrorismo e auto-addestramento con finalità terroristiche. L’attività investigativa ha preso avvio dal monitoraggio di ambienti online legati all’estremismo di destra. In particolare, un profilo social è risultato pubblicare messaggi discriminatori verso comunità ebraiche e stranieri, accompagnati da esaltazioni di comportamenti terroristici e da riferimenti a strumenti utilizzati in tali contesti. Secondo quanto emerso, il giovane aveva già iniziato a sperimentare la costruzione di un’@rma da fuoco.
Le verifiche della Polizia di Stato hanno permesso di identificare l’autore dei post come residente in provincia di Treviso. Durante la perquisizione della sua abitazione sono stati rinvenuti e sequestrati componenti facilmente reperibili e adatti all’assemblaggio di @rmi e bossoli, insieme a appunti manoscritti contenenti disegni e istruzioni per la realizzazione di tali strumenti. Questi elementi hanno confermato l’intento del giovane di prepararsi autonomamente, suscitando la necessità di un intervento tempestivo da parte delle autorità.
L’indagine mette in luce come i social network possano essere utilizzati per diffondere messaggi che promuovono discriminazione e comportamenti preoccupanti. Le forze dell’ordine hanno sottolineato l’importanza del monitoraggio costante e della collaborazione tra piattaforme digitali e istituzioni per individuare e prevenire condotte che, pur essendo inizialmente online, possono tradursi in azioni concrete. In questo caso, l’arresto del giovane rappresenta un intervento preventivo volto a tutelare la sicurezza della comunità e a offrire un’occasione di sostegno educativo. Il ruolo della Procura per i Minorenni è cruciale, perché accanto all’aspetto giudiziario si pone anche la necessità di percorsi di accompagnamento e recupero per adolescenti coinvolti in contesti di radicalizzazione.