Salento: donna rinviata a giudizio dopo anni di st@lking su un prete

Una donna di 51 anni, ossessionata da un prete del Salento, lo ha attenzionato per due anni con comportamenti insistenti e ha tentato di investirlo, finendo rinviata a giudizio.

Salento: donna rinviata a giudizio dopo anni di st@lking su un prete

Il Basso Salento è stato recentemente teatro di un caso di cronaca singolare e inquietante, che ha visto protagonista una donna di 51 anni accusata di molestie reiterate nei confronti di un parroco locale. La vicenda, durata circa due anni, ha messo in luce quanto la determinazione ossessiva di una persona possa generare tensione e disagio nella vita quotidiana di chi ne subisce le conseguenze.

La donna, secondo quanto riportato dai quotidiani locali, avrebbe manifestato attenzioni costanti e indesiderate nei confronti del sacerdote, presentandosi in chiesa con abiti provocanti e tentando contatti fisici durante la celebrazione della comunione. Oltre agli episodi in chiesa, la donna avrebbe seguito il prete nei suoi spostamenti quotidiani e, in alcune circostanze, tentato di investirlo con l’auto, pronunciando insulti e maledizioni.

Le conseguenze di questi comportamenti hanno costretto il parroco a modificare radicalmente le proprie abitudini, cercando di tutelarsi e di ridurre al minimo i contatti con l’autrice delle molestie. La situazione è stata monitorata dalle autorità locali, con interventi volti a proteggere il sacerdote e prevenire ulteriori episodi.

La donna, dopo ammonimenti e un divieto di avvicinamento con l’ausilio di un braccialetto elettronico, è stata rinviata a giudizio con l’accusa di stalking. La giudice per le indagini preliminari Giulia Proto ha disposto il giudizio immediato, mentre l’avvocato della donna ha richiesto il rito abbreviato; l’udienza è prevista per febbraio 2026. Il caso ha suscitato preoccupazione non solo per la pericolosità dei comportamenti messi in atto, ma anche per le implicazioni psicologiche e sociali.

Il fenomeno dello stalking, infatti, non si limita a un semplice disturbo delle persone coinvolte: altera le dinamiche sociali, costringe le vittime a cambiamenti forzati nella vita quotidiana e può evolvere in gesti estremi se non affrontato tempestivamente. In questo senso, la vicenda salentina rappresenta un campanello d’allarme sull’importanza di riconoscere tempestivamente segnali di ossessione o comportamenti invasivi, e sull’efficacia degli strumenti legali già disponibili per tutelare chi subisce molestie persistenti.

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