Landini definisce Meloni “cortigiana di Trump”: polemica infuria tra politica e social

Il commento di Maurizio Landini su Giorgia Meloni durante “diMartedì” ha scatenato un acceso dibattito politico e mediatico, con la premier che replica accusando il sindacalista di sessismo e inopportunità lessicale.

Landini definisce Meloni “cortigiana di Trump”: polemica infuria tra politica e social

Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha definito Giorgia Melonicortigiana di Trump” durante una puntata del programmadiMartedì” su La7, criticando la linea politica della premier italiana in relazione alle posizioni del presidente degli Stati Uniti. Questo termine ha suscitato una forte reazione pubblica e politica: Meloni ha immediatamente replicato sui social, accusando Landini e la sinistra di sessismo, di usare parole denigratorie invece di argomenti politici.

La polemica è scoppiata il 15 ottobre 2025, quando Landini, commentando la posizione del governo italiano sulle proteste relative alla situazione di Gaza e l’incontro tra Meloni e Donald Trump, ha affermato che la presidente del Consiglio si era “limitata a fare la cortigiana di Trump e non ha mosso un dito“.

Di fronte alle richieste di chiarimento del conduttore Floris, Landini ha precisato di aver usato il termine “cortigiana” intendendo “stare alla corte“, ma la battuta ha sollevato dubbi e indignazione, soprattutto da parte di Meloni, che ha pubblicato la definizione del termine, sottolineando come il significato più comune sia quello di “donna di facili costumi” o “prostituta“.

La risposta di Giorgia Meloni è arrivata in modo deciso sui social: la premier ha attaccato Landini, accusando la sinistra di doppio standard e di predicare rispetto per le donne, ma di insultare una donna quando è priva di argomenti politici.Ed ecco a voi un’altra splendida diapositiva della sinistra: quella che per decenni ci ha fatto la morale sul rispetto delle donne, ma che poi, per criticare una donna, in mancanza di argomenti, le dà della prostituta”, ha scritto la presidente del Consiglio.

La discussione si è rapidamente diffusa sui media e tra le forze politiche. Esponenti di maggioranza e opposizione hanno commentato l’episodio: per molti si tratta di un altro esempio della crescente tensione tra sindacato e governo su temi sociali e internazionali. Molti hanno sottolineato come la scelta lessicale sia stata inopportuna e potenzialmente offensiva, aprendo interrogativi sul sessismo nello spazio pubblico.Landini ha insistito, precisando di non aver voluto insultare la premier, ma di voler sottolineare la subalternità che, a suo dire, Meloni ha mostrato nei confronti di Trump, accusandola di non essere stata proattiva in alcune scelte di politica internazionale. Tuttavia, la polemica ha superato il merito politico dei contenuti per concentrarsi sulle parole usate e sulle implicazioni sociali e culturali dei toni del dibattito pubblico.

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