Meloni apre al riconoscimento della Palestina: “Ma solo con ostaggi liberati e Hamas fuori dal governo”

La premier italiana annuncia una mozione condizionata per riconoscere lo Stato di Palestina, suscitando critiche di Conte e Schlein che chiedono un riconoscimento immediato senza condizioni.

Meloni apre al riconoscimento della Palestina: “Ma solo con ostaggi liberati e Hamas fuori dal governo”

Dopo aver più volte dichiarato contraria al riconoscimento della Palestina definendolo “controproducente”, Giorgia Meloni sembra ora cambiare posizione. Nel corso di un incontro con la stampa a margine dell’assemblea generale delle Nazioni Unite, la premier ha annunciato che la maggioranza presenterà una mozione per il riconoscimento dello Stato palestinese, condizionata però a due punti: la liberazione degli ostaggi e l’esclusione di Hamas da qualsiasi ruolo di governo all’interno della Palestina.

La mossa della premier arriva in un momento di forte attenzione pubblica sul conflitto israelo-palestinese, anche a seguito delle manifestazioni pro-Gaza che si sono svolte in diverse città italiane. Meloni ha sottolineato che la pressione politica deve essere rivolta a Hamas, responsabile, secondo lei, dell’escalation e della detenzione degli ostaggi, e non allo Stato di Israele. La premier ha precisato che il riconoscimento della Palestina, pur condizionato, potrebbe ottenere anche il consenso dell’opposizione e della società civile, pur non trovando approvazione tra gli estremisti islamisti o le fazioni più radicali.

Un approccio simile a quello già adottato da Francia e Gran Bretagna, che hanno riconosciuto lo Stato palestinese ponendo condizioni precise relative al rilascio degli ostaggi e al cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.La proposta della premier ha immediatamente suscitato reazioni contrastanti in Italia.

Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha definito il riconoscimento condizionato “un misero espediente”, evidenziando come la decisione italiana arrivi troppo tardi rispetto agli oltre 150 Paesi che hanno già riconosciuto la Palestina. Per Conte, la scelta del governo di schierarsi ancora con Israele risulta “oscena” e priva di coerenza politica. Anche Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, critica duramente la condizionalità della mozione: secondo Schlein, Meloni “sta perdendo credibilità” e dovrebbe aderire senza riserve al riconoscimento della Palestina, come fatto da numerosi altri Paesi.

Il contesto internazionale influisce sulle scelte italiane. Il riconoscimento condizionato di Meloni segue le posizioni assunte da Macron e da altri leader occidentali, che collegano ogni apertura diplomatica al rilascio degli ostaggi e a garanzie di cessate il fuoco. Durante l’assemblea dell’Onu, Meloni ha anche commentato l’intervento di Donald Trump, condividendo alcune critiche alla gestione multilaterale delle Nazioni Unite e agli approcci ideologici di certi Green Deal, pur ribadendo la necessità di una collaborazione Occidente-Unione Europea-Stati Uniti per una pace giusta e duratura.

In questo scenario, la mozione annunciata rappresenta un passo diplomatico delicato: Meloni tenta di bilanciare la pressione interna ed esterna, mantenendo un’apertura simbolica al riconoscimento della Palestina, ma senza compromettere il sostegno tradizionale a Israele e imponendo condizioni che potrebbero rendere l’iniziativa controversa e soggetta a dibattito politico interno. L’Italia si posiziona così in una linea prudente, cercando di mediare tra la coerenza diplomatica e le richieste di azione concreta della comunità internazionale.

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