Gaza: tutti liberi gli ostaggi israeliani dopo 738 giorni di detenzione

Tutti gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza sono stati liberati da Hamas e consegnati alla Croce Rossa dopo oltre due anni, segnando un momento di sollievo per le famiglie e aprendo nuove prospettive diplomatiche.

Gaza: tutti liberi gli ostaggi israeliani dopo 738 giorni di detenzione

Dopo oltre due anni di prigionia, tutti gli ostaggi israeliani trattenuti dal movimento islamista palestinese Hamas a Gaza sono stati liberati e consegnati alla Croce Rossa nell’area di Khan Younis. L’ultimo gruppo di tredici persone, in grado di camminare autonomamente, ha attraversato i confini e sarà affidato agli ufficiali dell’esercito israeliano.

Con questo rilascio, si conclude una lunga fase di detenzione iniziata il 7 ottobre 2023, segnando un momento di sollievo per le famiglie e per le autorità israeliane. Le immagini dei convogli della Croce Rossa mostrano ostaggi in buone condizioni fisiche, confermando che tutti gli individui sopravvissuti sono in grado di camminare senza supporto. In precedenza, sette ostaggi erano già stati liberati e trasferiti in Israele nelle prime ore della mattina, salutati come segno di speranza dal presidente Isaac Herzog.

Hamas ha sottolineato il proprio impegno a rispettare l’accordo raggiunto con i mediatori, condizionando la restituzione dei detenuti palestinesi al rispetto dei patti da parte di Israele. Parallelamente, in Israele si sta completando la preparazione per il rilascio dei 1.966 detenuti palestinesi dalle carceri israeliane, tra cui 250 condannati per reati legati al terrorismo.

Secondo fonti ufficiali, questi saranno liberati solo dopo la consegna dell’ultimo gruppo di ostaggi da parte di Hamas. I trasporti verso le loro destinazioni sono già in corso, con centinaia di persone presenti a Tel Aviv nella cosiddetta “Piazza degli ostaggi” per accogliere i propri cari e testimoniare il momento storico. La liberazione degli ostaggi rappresenta un significativo passo avanti nei negoziati tra Israele e Hamas, con il sostegno di mediatori internazionali e della comunità globale.

La tensione diplomatica si riflette anche negli arrivi istituzionali: il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è atterrato all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv insieme a una delegazione di alto profilo, tra cui Jared Kushner (genero del presidente) e Ivanka Trump, per partecipare a incontri con le autorità israeliane. Nel corso della giornata, Trump presiederà un vertice a Sharm el Sheikh con il presidente egiziano Abdel-Fattah al Sisi, mirato a consolidare l’accordo di cessate il fuoco a Gaza e a garantire la stabilità della regione.

Il rilascio completo degli ostaggi segna quindi una fase cruciale nel contesto del conflitto israelo-palestinese, offrendo un momento di sollievo tangibile per le famiglie e permettendo di avviare una gestione più pacifica e coordinata della situazione a Gaza. L’intervento della Croce Rossa e il rispetto degli accordi internazionali dimostrano l’importanza della mediazione diplomatica nella risoluzione di crisi umanitarie complesse, aprendo la strada a ulteriori negoziati che possano contribuire a stabilizzare la regione e ridurre le tensioni a lungo termine. Questo evento, pur segnando la liberazione dei prigionieri sopravvissuti, lascia aperte sfide delicate sul fronte della sicurezza, della riconciliazione politica e della tutela dei civili, che continueranno a richiedere attenzione e impegno da parte della comunità internazionale.

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