Caos nei cieli europei: droni russi spingono Romania e Polonia ad alzare la guardia

Romania e Polonia hanno attivato caccia e misure di emergenza dopo la comparsa di droni russi nei loro cieli, con Kiev che chiede nuove sanzioni e un sistema collettivo di difesa aerea mentre cresce la pressione Nato sul fronte orientale.

Caos nei cieli europei: droni russi spingono Romania e Polonia ad alzare la guardia

Sabato 13 settembre 2025 l’Europa orientale ha vissuto ore di forte tensione a causa della comparsa di droni russi nei pressi dei confini Nato. Romania e Polonia, entrambe in prima linea nella sorveglianza sul fronte orientale, hanno reagito con prontezza, attivando caccia militari e misure di allerta per la popolazione. L’episodio evidenzia la fragilità dello spazio aereo europeo di fronte a strumenti bellici poco costosi ma capaci di generare caos e preoccupazione. 

In Romania l’Ispettorato Generale per le Situazioni di Emergenza ha diffuso un messaggio RO-Alert nella zona settentrionale di Tulcea, nel Delta del Danubio, invitando i cittadini a proteggersi dal rischio di caduta di oggetti dallo spazio aereo. Un F-16 rumeno ha intercettato un drone penetrato per circa dieci chilometri nel territorio nazionale, salvo poi perderne le tracce.

Secondo le autorità, il velivolo non ha sorvolato aree popolate e non ha creato pericoli diretti, ma la durata di circa cinquanta minuti nello spazio aereo Nato ha destato grande preoccupazione. Fonti ucraine parlano della presenza di un modello Shahed di fabbricazione iraniana, già ampiamente usato da Mosca. Anche la Polonia ha adottato contromisure immediate.

Caccia polacchi e alleati sono stati fatti decollare in risposta a possibili incursioni di droni provenienti dall’Ucraina, mentre l’aeroporto di Lublino, nell’est del Paese, è stato temporaneamente chiuso. L’operazione, condotta dal comando operativo delle forze armate polacche, si è conclusa con l’allontanamento della minaccia. Il premier Donald Tusk ha confermato il ritorno alla normalità, ma ha sottolineato l’importanza di restare vigili, ringraziando forze armate e alleati Nato per la prontezza dimostrata. 

Dall’Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky ha interpretato l’episodio come un’ulteriore conferma dell’espansione del conflitto. Secondo il leader di Kiev, Mosca conosce perfettamente la rotta e la durata di volo dei droni, che non possono essere giustificati come errori o iniziative isolate.

Zelensky ha chiesto ai partner occidentali nuove sanzioni contro la Russia, misure tariffarie sul commercio e soprattutto la creazione di un sistema collettivo di difesa aerea per prevenire scenari peggiori. A suo avviso, l’obiettivo russo è procedere per piccoli passi, destinati però ad avere conseguenze sempre più ampie. Anche l’Italia segue con attenzione l’evoluzione della crisi. Secondo indiscrezioni riportate da diversi quotidiani, il governo sta valutando un rafforzamento del contingente impegnato nell’operazione “Sentinella orientale”. Sul tavolo ci sarebbe l’ipotesi di inviare due ulteriori caccia, probabilmente F-35 o Eurofighter, e di estendere il dispiegamento del sistema di difesa Samp-T già presente in Estonia. La scelta definitiva sarà legata agli sviluppi delle prossime settimane e al coordinamento con gli altri Paesi Nato. Sul fronte diplomatico, il presidente statunitense Donald Trump ha avanzato richieste precise agli alleati: stop agli acquisti di petrolio russo e dazi fino al 100% contro la Cina, da rimuovere solo a guerra conclusa. Secondo Trump, una linea dura compatta permetterebbe di accelerare la fine del conflitto, mentre esitazioni e divisioni non farebbero che prolungarlo, con costi economici e umani crescenti. 

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